Rimini. Ha circuito mio fratello per i soldi lasciati in eredità. Indagata una psichiatra riminese

medicine, farmaci«Quella donna ha circuito mio fratello per i soldi lasciati in eredità». Non ci poteva credere una stimata psichiatra (assistita dagli avvocati Alessandro Petrillo e Monica Rossi) quando aveva scoperto di essere stata denunciata per circonvenzione d’incapace dal fratello di un suo paziente dopo la morte di quest’ultimo. Un paziente, da tutti ritenuto povero, addirittura aiutato dalla Caritas, che lei e un paio di assistenti sociali avevano seguito per trent’anni, come se fosse uno di famiglia, mentre la vera ‘famiglia’ se ne sarebbe sempre disinteressata. E’ una storia che nasce da lontano, trent’anni fa. Una storia tra un medico, una psichiatra ed un suo paziente, un uomo di allora quarant’anni, senza una rete di relazioni sociali e con gravi problemi di depressione. A fine anni Ottanta l’allora 46enne, originario della Valmarecchia, proprio in preda ad una violenta crisi depressiva, tenta di uccidersi sparandosi un colpo di pistola in bocca. Le sue condizioni appaiono gravissime, ma riesce a salvarsi. Viene successivamente ricoverato in Psichiatria dove viene affidato alle cure di una giovane psichiatra. Il 46enne si riprende grazie all’assistenza della dottoressa, di un’ assistente sociale e di un’infermiera.
L’uomo è solo, non ha rapporti con la famiglia d’origine. Sono proprio la psichiatra e l’infermiera ad aiutarlo ad ottenere la pensione sociale. Il paziente vive in un alloggio popolare, non ha il riscaldamento: sempre grazie alla dottoressa la Caritas gli passa i buoni pasto. Per 30 anni la psichiatra diventa la ‘sua’ famiglia che lo sostiene sempre. Nel 2014 l’uomo si ammala di tumore e la dottoressa non lo abbandona. Sapendo di avere i giorni contati, chiede alla psichiatra di pensare lei al suo funerale. Quando muore, la professionista va nella sua abitazione a recuperare i vestiti, proprio come le aveva chiesto. E lì trova una busta. Il 75enne ha lasciato un testamento e una polizza vita con 130mila euro. Lui lascia il 60% alla psichiatra, il 30% ai familiari ‘se si presenteranno’ e il resto ad un’altra persona. Ma, nonostante i manifesti funebri affissi nel paese, alle sue esequie non si presenta nessuno della sua famiglia d’origine. Quando però si viene a sapere che quello che per tutta la vita era stato considerato il ‘povero malato di mente’ aveva, invece, lasciato un gruzzoletto in eredità, proprio un fratello si va vivo e denuncia la psichiatra. per circonvenzione di incapace. La Procura indaga, ascolta i protagonisti: proprio nei giorni scorsi è stata depositata la richiesta di archiviazione nei confronti della dottoressa, ‘colpevole’ solo di aver fatto del bene.