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  • Rimini. “I lavori? Dovete aver pazienza, sotto il Galli c’è una città perduta”

    galli (1)POCHI altri conoscono come lui il cuore antico di Rimini. Non potrebbe essere altrimenti per chi, come Giorgio Cozzolino, è chiamato a difendere i monumenti, la storia e l’arte della città dall’usura del tempo e dalla mano dell’uomo… Cinquantatré anni, cresciuto a Napoli, laurea a Venezia, da alcuni mesi Cozzolino è tornato a essere il soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici di Ravenna. Un ruolo che aveva già ricoperto per anni, prima di essere destinato a Napoli e poi ad Ancona. E che l’ha portato, anche di recente, a occuparsi di molte questioni riminesi.
    Partiamo dalla pista di pattinaggio di piazza Cavour: come mai la Soprintendenza l’ha autorizzata di nuovo, dopo aver sollevato più di un dubbio per quella allestita un anno fa all’Arco d’Augusto?
    «Le piste di pattinaggio sono diventate quest’anno uno degli argomenti ‘caldi’… Non ce l’ha solo Rimini, ma tante altre città, inclusa Ravenna. Detto questo, abbiamo ritenuto la scelta di piazza Cavour meno impattante rispetto all’Arco: ci sono meno vincoli simbolici. Ma abbiamo vietato striscioni e manifesti pubblicitari: quelli proprio non ci potevano stare».
    All’Arco d’Augusto ci sono comunque bancarelle e giostre.
    «Vero, ma abbiamo imposto un certo tipo di espositori e migliorato l’impatto. Capisco le esigenze commerciali, ma certi luoghi vanno tutelati».
    A proposito: il Comune di Rimini finalmente è intenzionato a tutelare il ponte di Tiberio vietandolo al traffico delle auto.
    «So tutto, e aggiungo: era ora. Il ponte di Tiberio il suo ‘mestiere’ l’ha fatto per 2mila anni, era inevitabile arrivare a questa scelta. Invito il Comune a non perdere altro tempo: il ponte di Tiberio va al più presto liberato dalle auto».
    Come sono già stati liberati dalle auto anche Teatro Galli e Castel Sismondo?
    «Esattamente. Sono convinto che quando il Galli sarà pronto, diventerà un punto di riferimento per la città. Purtroppo i riminesi dovranno avere un po’ di pazienza: gli scavi archeologici hanno fatto riaffiorare molto più di quello che noi stessi ci aspettavamo. Penso alla basilica paleocristiana, alle varie tombe… Per questo i lavori sono in ritardo, ma una cosa è certa: il cantiere del Galli, come già quello di piazza Ferrari che ha portato alla luce la domus del chirurgo, ci ha ermesso di far riaffiorare una Rimini antichissima».
    Peccato, invece, che l’anfiteatro romano sia ancora ‘ostaggio’ delle case e della scuola del Ceis.
    «Non posso esprimermi, la questione non attiene alla nostra sopritendenza ma a quella archeologica. Certo, se un domani si trovasse il modo di valorizzare anche quell’area, sarebbe meglio».
    Rimini sta valorizzando gli altri suoi tesori?
    «Rimini ha uno dei centri storici più importanti d’Italia, e mi pare he negli ultimi anni, grazie anche all’attuale amministrazione, si sia compresa l’importanza di riservare la giusta attenzione ai tanti monumenti e segni della storia presenti in città».

    Resto del Carlino