UN BRACCIO di ferro infinito. E’ quello che da anni si consuma attorno alla moschea di via Papa Giovanni XIII. Da una parte loro, una parte dei residenti di Borgo Marina, con in prima fila Gioenzo Renzi, che da dieci anni continuano a chiedere che il luogo di culto venga «trasferito in una sede più adeguata, adatta ad accogliere le centinaia di fedeli che nei giorni di preghiera affollanno il corso, con problemi per la viabilità e la sicurezza». Dall’altra una comunità, quella musulmana, che rivendica il proprio diritto a riunirsi e pregare, e che per il momento non sembra intenzionata a traslocare. «Anche perché fanno sapere i portavoce della moschea Al Tawhid’ soldi per una nuova sede ora come ora non ce ne sono». «METTIAMO subito in chiaro le cose: nessuno di noi ha mai nutrito pregiudizi verso la comunità musulmana». Stefania Gusmano abita in via Papa Giovanni XXIII: il suo appartamento si trova proprio sopra alla moschea. «Ci accusano di intolleranza, ma noi non ci stiamo a passare per razzisti. Qui non si tratta di una questione religiosa, ma di convivenza. Convivenza che, per noi che abitiamo in zona, è sempre più difficile. Nei giorni di preghiera la via si riempie di auto, motorini, biciclette: tutte parcheggiate alla rinfusa, davanti ai passi carrai e sui marciapiedi. Ci sono decine di persone che si piazzano in mezzo alla strada e restano lì a bivaccare: addirittura a volte, per entrare o uscire da portone o garage, sono costretta a chiedere il permesso». «Sono anni che lo ripetiamo: quel posto è troppo piccolo per continuare ad ospitare la moschea fanno eco Giovanna Vasini e Luciano Valentini . Noi abitiamo qui a due passi e a volte la situazione diventa insostenibile. Non abbiamo nulla contro la comunità musulmana: chiediamo solo che siano rispettate le regole del quieto vivere». Chi da anni si batte per il trasferimento della moschea è il consigliere comunale Gioenzo Renzi, tornato alla carica pochi giorni fa con una proposta choc: «ridurre le tasse per i residenti e i commercianti di Borgo Marina» come compensazione «per la svalutazione dei loro immobili» dovuta «all’eccessiva presenza di afro-asiatici» (emendamento bocciato dal consiglio comunale). «Il problema commenta il consigliere di Fratelli d’Italia è che la moschea ha un impatto troppo pesante sul quartiere, già ridotto a un ghetto’ dalla concentrazione di negozi asiatici, phone center e bivacchi, senza dimenticare la piaga della microcriminalità. Ho chiesto al sindaco Gnassi e al vicesindaco Lisi di venire qui a verificare con i propri occhi la situazione, in particolar modo dalle 12.30 all’13.30, orario di maggiore afflusso per i fedeli. Rispetto il diritto della popolazione musulmana, ma resto del parere che la moschea vada trasferita in un luogo più spazioso e capiente, dove praticare il culto in sicurezza». TEMPO addietro si era parlato del possibile trasferimento del luogo di culto in un capannone di Rimini Nord (previo cambio di destinazione d’uso dello stesso). Ma la proposta sembra destinata a rimanere sulla carta. «Al momento spiega Alessandro Cavuoti, portavoce della comunità islamica di corso Giovanni XXIII non ci sono le risorse per una nuova sede. Traslocare altrove sarebbe troppo costoso, e non possiamo permetterci questo investimento. La moschea resterà al suo posto fino al 2016, quando scadrà il contratto d’affitto: poi si vedrà. C’è da dire che in genere il centro di Borgo Marina, vuoi anche per l’apertura di altre moschee in provincia, è frequentato al massimo da 30/40 persone: l’afflusso aumenta il venerdì, con l’arrivo di centinaia di fedeli, ma questo non credo pregiudichi la convivenza con i residenti. Comunque, siamo disponibili al confronto». «I problemi del quartiere scrive in un comunicato l’associazione Borgo Marina’ non si risolvono con le strumentalizzazioni e gli approcci ideologici. Ci dissociamo dalle polemiche di questi giorni, che per noi sono solo materia di scontro politico». Il Resto del Carlino
