La nostra ambizione è riuscire a collocare sul mercato, posto che ci sia, una parte del congressuale fieristico. L’assemblea di Rimini Congressi, formata da Comune, Provincia e Camera di Commercio, proprietari per un terzo ciascuno, ha dato mandato al presidente Maurizio Temeroli di trovare partner privati per Fiera e Palas.
Non vorremmo vendere le manifestazioni ma vendere anche i muri del complesso, tutto l’insieme, oppure la sola Fiera o il solo Palas». Lo ha detto, in quinta commissione, l’amministratore unico di Rimini Holding Umberto Lago, in occasione della presentazione del bilancio di previsione 2014 – 2016.
L’assessore al Bilancio conferma. «L’assemblea di Rimini Congressi — dice Gianluca Brasini — che detiene la maggioranza dell’Ente Fiera e della Società del Palazzo dei Congressi, ha dato mandato al presidente Temeroli sia delle possibili cessioni, sia di avviare una trattativa con Unicredit per congelare il pagamento delle rate del mutuo nei prossimi tre anni, come già fatto nel 2013».
Il mutuo iniziale superava i 44 milioni di euro, relativo alla costruzione del nuovo palas. La quota residua è di 42 milioni. La rata del 2013 era di 3.660.000 euro (come quelle annuali del prossimo triennio), ed è stata congelata, pagando solo la quota interesse. Alla luce sia delle difficoltà del settore, i mancati pagamenti delle roialties, sia della cancellazione delle Province, Lago annuncia «entro maggio un nuovo accordo di programma tra i soci e un nuovo piano finanziario, e un accordo con la banca (Unicredit, ndr) sul mutuo. Stiamo lavorando per presentare il nuovo documento in consiglio comunale». Ma la variante urbanistica che dovrebbe portare liquidità alla Fiera, spiega Brasini, «non dovrà attendere maggio, avrà tempi più rapidi».
Sulle difficoltà del settore fieristico (e anche quelle del Caar) Brasini ha ricordato che «il fatto di essere partecipate dal pubblico non risolve magicamente i problemi delle dinamiche del mercato le società. E’ normale che la Fiera vada verso una privatizzazione, eventualmente anche parziale, e che si lavori con le banche sullo stand still, il congelamento di parte del debito». Brasini ha precisato che «è diverso poi il caso di società che erogano servizi, come Start, che non potendo contare su finanziamenti statali per più di un anno ben difficilmente troveranno partner privati». Entro due mesi si completerà l’iter per la nuova agenzia unica dei trasporti romagnoli: probabile la confluenza delle agenzie di Rimini e Forlì in quella di Ravenna, «la più snella».
Nella nuova realtà confluiranno solo i rami strategici al trasporto pubblico locale. Il Trc resterà fuori, dando vita a una «società di scopo». Quanto al bilanci di Rimini Holding, il preconsuntivo 2013 vede un utile di 2.488.764 euro, a fronte di ricavi per 2.714.496. Nei prossimi tre anni si prevedono utili inferiori di 2-300mila euro.
Il Resto del Carlino