Rimini. Il Caffè delle Rose torna in ballo

cafe-delle-rose-rimini-italyCaffè delle Rose, si ricomincia. Almeno dovrà farlo il Tribunale del Riesame, dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato il sequestro del locale, rimandando tutto indietro ai giudici riminesi. I quali dovranno ora esprimersi di nuovo, seguendo le indicazioni della Suprema Corte. Su come andrà a finire non ci sono anticipazioni. Il ‘verdetto’ potrebbe essere confermato con qualche modifica, oppure completamente rovesciato. Per saperne di più, bisognerà attendere probabilmente dopo Natale.
I sigilli allo storico locale riminese erano scattati il 20 aprile scorso, quando i militari della Guardia di finanza avevano bussato alla porta dell’allora gestore del Caffè, Pasquale Granatiero. Sigilli, ai fini della confisca, per un valore di due milioni e 300mila euro, scattati nell’ambito dell’inchiesta che le Fiamme Gialle avevano battezzato ‘Coffe break’. I sequestri avevano riguardato anche un bar bolognese e a uno stabilimento balneare in provincia di Teramo. Quattro persone erano state denunciate per intestazione fittizia di beni, e tra queste c’era anche Pasquale Granatiero, 37 anni, di Manfredonia. Il quale, secondo gli investigatori era il ‘dominus’ dell’impero messo sotto sequestro. Secondo la ricostruzione fatta degli inquirenti, per eludere le misure di prevenzione a cui poteva essere sottoposto (nel 2014 era indagato per una maxi evasione fiscale), avrebbe creato intestazioni fittizie grazie alla compiacenza di tre suoi dipendenti che figuravano come prestanome. Tutta l’inchiesta era nata però dal controllo di uno scontrino fiscale: incrociando i dati della partita Iva e di quello che si era definito il gestore del locale, i finanzieri avevano riscontrato alcune ‘anomalie’ ed erano andati a fondo. Erano così emerse società intestate a prestanome, ma tutte riconducibili a Granatiero, nel 2015 condannato dal Tribunale di Pescara a due anni e mezzo per reati fiscali.
ORA la sentenza della Cassazione che rimette tutto in gioco. Nell’ottobre scorso, l’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale, Giancarlo Ferrucini, ne ha affidato la gestione alla società Rizzati Ferrara srl, che ne ha fatto una cioccolateria.