Per il centrodestra riminese quelli usciti domenica dalle urne sono impietosi. Oltre 10mila voti persi in appena un anno: alle politiche del 2013 il Pdl aveva ottenuto 39.538 preferenze e il 19,86 per cento. Quindici mesi dopo, e un divorzio consumato, la somma dei voti di Forza Italia e Nuovo centrodestra supera di poco i 29mila e la percentuale si attesta al 17. Una brutta botta che assume contorni ancora peggiori se confrontati con quelli delle Europee del 2009: all’epoca Forza Italia aveva racolto oltre il 34 per cento dei voti, superando anche il Pd. Oggi invece il centrodestra riminese si aggira sulle proprie macerie e conta i danni. «Il calo c’è ed è enorme — analizza Marco Lombardi — La lezione che possiamo trarre è una sola: divisi non si va da nessuna parte. Credo che su questo risultato abbia inciso anche il fatto che a Rimini non si votasse per le amministartive. E poi il fatto che Berlusconi sia stato ‘limitato’ non ha aiutato. Adesso però occorre ritrovare un’unità di intenti e rinnovare la nostra proposta politica. Chi ha ottenuto pochi voti non può pretendere di dettare la linea politica e chi invece ne ha presi di più, ed è il caso di Forza Italia, deve avere l’umiltà di ascoltare le istanze degli altri. Così come non mi sono mai esaltato per le vittorie, ora non mi abbatto per questa sconfitta: ora dobbiamo ripartire per costruire un’alternativa, ma per farlo abbiamo bisogno anche dell’impegno della società civile». Il Resto del Carlino
