Rimini. «Il Cocoricò parte civile contro il pusher che ha venduto la MDMA a Lamberto”

discoteca-cocorico-riccione-185305«CI COSTITUIREMO parte civile contro lo spacciatore che ha venduto la dose mortale al 16enne perché ci deve essere un segnale forte per far capire a chi vende droga che non si troveranno contro solo le forze dell’ordine ma anche il Cocoricò». Fabrizio De Meis è convinto che solo la guerra senza esclusioni di colpi contro la droga può ottenere risultati. «Perché la morte di un ragazzo così giovane – ha ribadito De Meis – è una tragedia umana che colpisce tutti, anche la nostra azienda». Il Cocoricò non ci sta a passare per capro espiatorio, non ci sta ad essere ancora una volta associato allo spaccio. «Il soggetto individuato dai carabinieri non ha nessun tipo di collegamento con la discoteca Cocorico» si legge in una nota dell’avvocato Alessandro Catrani, legale dell’azienda. «La droga non è stata ceduta/acquistata nel locale ma addirittura nella città d’origine della giovane vittima». Il ricavato dell’eventuale parte civile sarà devoluto dal Cocoricò alle associazioni che si dedicano alla lotta alla droga. Ma se vi dovesse essere un provvedimento di sospensione della licenza e quindi di chiusura della discoteca che danno sarebbe il locale? «Un danno enorme ovvio – ha ammesso De Meis – che potrebbe anche compromettere in maniera definitiva l’azienda. Potrebbe anche farci rischiare la chiusura definitiva. Basta pensare che aspettiamo tutto l’anno per lavorare questi 30 40 giorni estivi. Chiudere a fine luglio o ad agosto potrebbe anche portare il locale alla chiusura definitiva. Abbiamo degli impegni già presi, delle serate già programmate con artisti già pagati, non potendo lavorare sarebbero solo perdite». Il Cocoricò al momento è un’azienda da 200 impiegati. Insomma il locale più famoso d’Italia, con ospiti dj internazionali, non ci sta a prendersi colpe non sue. Il legale lo scrive nero su bianco: «Non può dirsi certo colpa del locale quanto di tragico purtroppo accaduto; è di tutta evidenza, infatti, che ciò sarebbe potuto capitare in qualsiasi altro luogo pubblico o privato. Ribadisco inoltre i grandi sforzi che da anni portiamo avanti in tema di prevenzione dei reati e dei fatti comunque cruenti. Continueremo a lottare contro la droga e questi ‘mercanti di morte’ che attentano alle vite nella maniera più vile e deplorevole». Lo spunto di riflessione del locale è chiaro: il ragazzino è partito con la droga in tasca da Città di Castello. E sempre con la droga in tasca ha preso un treno, è sceso ad una stazione, è andato a pagare il pusher in una piazza e ha consumato l’ecstasy fuori della discoteca.
Il Resto del Carlino