Rimini. Il Comune chiede i danni ai vertici di Aeradria

gnassiLA LETTERA, inviata a fine novembre, è stata recapitata a ex amministratori e revisori dei conti di Aeradria. «L’amministrazione si riserva di intraprendere, avanti le autorità competenti, le azioni più opportune a tutela dei propri diritti, facendo valere anche in base agli accertamenti giudiziari in corso i profili di responsabilità a lei eventualmente addebitabili». Firmato: il sindaco Andrea Gnassi…
Il Comune non ha ancora avviato un’azione di responsabilità contro gli ex vertici di Aeradria, ma è ormai solo questione di tempo. E la lettera mandata in questi giorni è un avvertimento a tutti coloro che hanno amministrato la società di gestione dell’aeroporto e controllato i suoi conti, fino al fallimento decretato dal Tribunale.
La volontà di Comune (che deteneva il 18% delle quote) e Provincia (che aveva quasi il 40%) è quella di rivalersi e chiedere i danni, proprio come farà la Regione, che ha già avviato l’azione. Ma anche gli ex amministratori non staranno a guardare. Alcuni ex revisori dei conti, come conferma uno di loro, stanno pensando infatti di costituirsi «parte civile contro gli enti pubblici che erano soci, nel processo penale per il crac di Aeradria», che vede indagati tra gli altri Gnassi, Vitali, Fabbri, Ravaioli. Non solo: uno dei revisori ha già mandato la lettera di messa in mora al Comune: «Se il sindaco di Rimini sarà condannato, chiederò i danni all’amministrazione perché non ci ha messo nelle condizioni di lavorare. In fondo, erano gli enti soci di Aeradria a decidere strategie e finanziamenti per l’aeroporto». L’assessore al Bilancio Gianluca Brasini invita «a distinguere le azioni amministrative dal processo penale» e ricorda: «Era un atto dovuto tutelare gli interessi del Comune». Pena sanzioni della Corte dei conti. Per il consigliere Fabio Pazzaglia i conti non tornano: «Nella lettera agli ex amministratori si fa riferimento ai procedimenti civili e penali in corso. Ma il Comune non è coinvolto penalmente: è Gnassi quello indagato. L’amministrazione farebbe bene a costituirsi parte civile nel processo, senza farsi influenzare dal fatto che Gnassi è indagato».

Resto del Carlino