“Non c’è nessun motivo che possa giustificare il suicidio”. Queste le parole del fratello di Stefano Amadori, l’uomo morto dopo avere bevuto dell’acido contenuto in una bottiglia di plastica di aranciata. Pertanto il familiare esclude decisamente l’ipotesi ventilata dalla Procura di Rimini. “Era attento e scrupoloso con i prodotti chimici”. La vittima infatti lavorava come idraulico e maneggiava ogni tipo di sostanza. Anche l’errore sarebbe scartato secondo tale testimonianza.
Salvatore Occhiuto