Rimini. Il questore Improta interrogato per ore

improta1UN INTERROGATORIO, durato diverse ore, quello che ieri ha visto protagonista il questore di Rimini, Maurizio Improta. Insieme ad altri sette poliziotti e al giudice di pace, Stefania Lavore, Improta è accusato di sequestro di persona per l’inchiesta sul caso di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Muktar Abliazov, espulsa dall’Italia nel maggio del 2013.
L’accusa di sequestro di persona è contestata al questore di Rimini dai pubblici ministeri di Perugia, davanti ai quali ieri è comparso Improta per spiegare la vicenda che lo vide uno dei pincipali protagonisti quando rivestiva la carica di capo dell’Ufficio stranieri di Roma. L’interrogatorio pare sia stato piuttosto lungo, e alle 18,30, era ancora in corso. Sul colloquio con i pm non è uscita alcuna indiscrezione.
La vicenda si era trasformata fin dall’inizio in un caso più politico-diplomatico che giudiziario che aveva sfiorato lo stesso ministro Alfano, costando il posto al suo ex capo di gabinetto, Giuseppe Procaccini. Alma Shalabayeva era stata fermata da alcuni agenti della questura di Roma in una villa di Casalpalocco, insieme alla figlioletta. Era in possesso di un passaporto della Repubblica Centraficana giudicato falso e con l’accusa di essere entrate illegalmente in Italia, la donna e la figlia erano state espulse e messe su un aereo per il Kazakistan. Era scoppiato un polverone, un vero e proprio caso internazionale che aveva coinvolto il Viminale prima, poi il Consiglio italiano per i rifugiati, fino ad arrivare sul tavolo dell’allora ministro degli Esteri, Emma Bonino. A fine luglio, la procura di Roma aveva aperto un’inchieta su presunte omissioni nelle procedure di espulsione della moglie del dissidente. L’accusa per Improta e per gli altri pliziotti era quella di falso ideologico. Ora invece è arrivata quella ben più pesante di sequestro di persona da parte dei giudici di Perugia, diventati competenti dopo il coinvolgimento del giudice di pace. Fino ad oggi, il questore Improta si è limitato a un secco: «Non è nessun commento da fare».

Resto del Carlino