Rimini, il ricorso affonda: stop ai chioschi fuori regola, Mare Libero chiede la stretta

La battaglia legale dei chioschisti contro il Comune finisce con un nulla di fatto. Il Tribunale Amministrativo Regionale dell’Emilia-Romagna ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da alcune società che contestavano una serie di atti municipali legati a concessioni, demolizioni e licenze sulla spiaggia.

Vizio di forma la motivazione principale: secondo i giudici, la procedura seguita per impugnare i provvedimenti non rispettava i criteri fissati dalla legge. A complicare la posizione dei ricorrenti, il fatto che non ci sia stata opposizione formale da parte dei destinatari del ricorso straordinario. La PEC inviata dal Comune a febbraio – osserva il TAR – non basta a configurare un’opposizione legittima.

Il verdetto si chiude anche con una condanna al pagamento di 5.000 euro di spese legali a favore del Comune di Rimini.

Biagini (Mare Libero): “Sentenza chiara, ora il Comune agisca”

Esulta l’associazione Mare Libero APS, da tempo impegnata in azioni di denuncia contro abusi e proroghe ritenute illegittime delle concessioni demaniali marittime. Il presidente Roberto Biagini sottolinea come il TAR abbia ribadito l’incompatibilità con il diritto europeo della proroga al 2027 prevista dalla legge nazionale 166/2024.

“Questa ennesima estensione – afferma – viola apertamente la Direttiva europea 2006/123/CE. E non spetta solo ai giudici disapplicare le norme nazionali in contrasto con il diritto UE: anche le amministrazioni pubbliche sono obbligate a farlo”.

Biagini chiede un’azione immediata da parte del Comune: revoca delle licenze, demolizioni delle opere abusive e decadenza delle concessioni. Ma l’appello è anche all’Agenzia del Demanio e alla Guardia Costiera, affinché verifichino la presenza di opere non rimovibili su arenili e aree demaniali, agendo laddove necessario secondo il Codice della Navigazione.

La richiesta: “Verificare l’operato delle amministrazioni”

Infine, Mare Libero sollecita gli organi di controllo istituzionali a indagare sulla liceità dei comportamenti di enti comunali e statali, colpevoli – secondo l’associazione – di non aver rispettato l’obbligo di disapplicare leggi in contrasto con l’ordinamento europeo.