STIPENDI non pagati, pignoramenti, decreti ingiuntivi. Voci di corridoio, sussurri che diventano grida tra la preoccupazione dei tifosi del Rimini. Fabrizio De Meis le chiama chiacchiere da bar. «Ai tifosi voglio dire – non ci gira tanto intorno il presidente della società di calcio cittadina – di non dare ragione alle chiacchiere da bar. Con una settimana di anticipo abbiamo pagato stipendi e contributi». Mette in chiaro le cose De Meis nel giorno in cui presenta alla piazza riminese il nuovo allenatore Oscar Brevi che va a prendere il posto di Alessandro Pane.
«NEL MOMENTO in cui ci saranno dei problemi economici – assicura il presidente – sarò io a comunicarlo alla città e ai tifosi. Come del resto ho sempre fatto, anche inizialmente quando la situazione era davvero complicata. Fino ad oggi come società abbiamo sempre fatto fronte a tutti gli impegni presi superando tutti i controlli. Questi sono dati di fatto, poi la mia situazione personale incide, questo è vero, ma continueremo ad agire nella totale trasparenza. Nel momento in cui ci dovessero essere delle difficoltà reali non le nasconderemo, statene certi». Più di una volta De Meis ha chiamato a raccolta la città e ha incontrato imprenditori del territorio. Alcuni si sono fatti avanti (pochi), altri sono rimasti più indietro. Come si sono messi in fuorigioco nel giro di pochi mesi i nuovi e ipotetici soci della Lukaap, la società inglese con la quale i biancorossi avevano sottoscritto davanti a un notaio un patto di riservato dominio per la cessione del 30% delle quote del club. «Al momento la scadenza (il 30 settembre, ndr) perché l’accordo si concretizzasse non è stata rispettata.
OGGI, quindi, non c’è nessuna possibilità». Nuovi soci che si fanno di nebbia e difficoltà quotidiane che devono essere risolte. Tutto questo non toglie a De Meis la voglia di vincere. «Perché a noi piace solo e sempre lottare per vincere – dice – e il fatto che il Rimini possa perdere una partita per 6-0 a Pontedera per me è inaccettabile. Mi sarei infuriato per un risultato del genere anche se l’avversario fosse stato il Real Madrid, figuriamoci il Pontedera. Quando le cose non vanno bene qui siamo tutti responsabili, da me che sono il presidente fino al magazziniere».
Resto del Carlino