Il nuovo sottopassaggio della stazione ferroviaria di Rimini, nato per collegare in modo rapido la città dal lato monte a quello mare, è diventato in poche settimane un punto nevralgico non solo per viaggiatori e cittadini, ma anche per fenomeni di microcriminalità. A lanciare l’allarme è la Uil Polizia, che denuncia la sproporzione tra l’ampiezza degli spazi da controllare e il numero esiguo di agenti della Polfer in servizio.
Secondo quanto riferito dal sindacato, a presidiare lo scalo e il nuovo sottopassaggio ci sono appena due o tre agenti per turno, chiamati a fronteggiare una situazione ben più complessa. Se da una parte la nuova struttura – accessibile dalle 5 del mattino fino a mezzanotte – ha favorito il collegamento tra due zone storicamente separate, dall’altra ha attirato quella che la Uil definisce una “clientela non gradita”: borseggiatori, spacciatori e soggetti molesti che vedono nella stazione un luogo ideale per agire.
Nonostante sia stato implementato un sistema di videosorveglianza collegato alle centrali operative delle forze dell’ordine, nella pratica quotidiana, osserva la sigla sindacale, appare impossibile garantire un presidio efficace con organici così ridotti. La situazione, descritta come caotica soprattutto nei pressi del capolinea del Metromare, viene paragonata a una scena senza copione, con episodi ricorrenti di risse, scippi e aggressioni.
La Uil sottolinea l’impegno e la dedizione costante degli agenti Polfer, ma ribadisce che non si può continuare a chiedere a una manciata di uomini di affrontare da soli un’area considerata ormai strategica quanto vulnerabile. L’appello finale è diretto alle istituzioni, affinché si uniscano concretamente per garantire rinforzi e sicurezza, evitando che il nuovo sottopassaggio, nato come simbolo di connessione e accessibilità, si trasformi in un punto critico incontrollato nel cuore di Rimini.