Possono arrivare all’inceneritore 44mila tonnellate da fuori regione. Appello alle istituzioni provinciali per far cambiare il Piano al Piano Regionale dei Rifiuti “restano fuori” 44mila tonnellate di rifiuti non identificati, provenienti da altre Regioni, che potrebbero essere bruciati all’inceneritore di Hera a Raibano di Coriano, al confine con Riccione e Misano.
Per questo il Comune di Coriano propone un “piano alternativo” in Regione. Lunedì presenterà “l’osservazione per richiedere l’adozione di un Piano Alternativo che possa prevedere un totale di 3 ovvero 4 inceneritori per lo smaltimento dei soli rifiuti urbani, in sostituzione dei 7 inceneritori oggi previsti dal Piano regionale al 2020. Ad oggi il Piano Regionale prevede che nel 2020 si dovranno smaltire un totale di rifiuti pari a 1.023.000 tonnellate, che rappresenta anche il numero massimo di tonnellate autorizzate degli impianti di incenerimento previsti dal Piano a quella data. Secondo le previsioni dello stesso Piano, i rifiuti urbani da smaltire saranno pari a 631.047 tonnellate annue (61,7% del totale dei rifiuti); i rifiuti speciali saranno 357.680 tonnellate annue (il 35% del totale). Ciò significa che vi è una differenza pari a 34.273 tonnellate, corrispondenti al 3,4% del totale dei rifiuti D autorizzati in ambito Regionale che – a normativa vigente – oggi potrebbero quindi provenire:
1) da altre regioni come rifiuti urbani, destinati a quegli impianti che hanno cambiato il proprio status da impianto di smaltimento a impianto di Recupero R1”, come prevede il decreto dell’ex Ministro Orlando e fra i quali c’è anche l’inceneritore di Coriano; “
2) da altre regioni come rifiuto speciale. Questo è quanto potrebbe accadere a meno che il Ministero dell’Ambiente non si pronunci in merito alla classificazione del rifiuto Cer 191212 proveniente da impianti di trito vagliatura.
Oggi questi sono considerati speciali e quindi senza vincoli territoriali, mentre una sentenza del Tar del Lazio e un parere della Corte Europea lo considerano rifiuto urbano e quindi vincolati al territorio di appartenenza. Se le nostre proposte di piano alternativo non saranno accolte, la conseguenza sarà che gli inceneritori di tutta la Regione Emilia Romagna potranno bru- ciare rifiuti fuori Regione per compensare il fabbisogno residuo. Nel caso di Coriano questa parte residua (di rifiuti non identificati da smaltire) sarebbe pari a 44.000 tonnellate, corrispondenti al 35% dell’autorizzato di 125.000 tonnellate. La Tribuna