Dopo il dolore, la verità. Sarà un’inchiesta della magistratura a chiarire la dinamica della tragedia di Rimini. La Procura ha aperto un fascicolo per naufragio colposo a carico di ignoti. Unico testimone è Luca Nicolis perchè l’altro superstite non è in grado di parlare.
Probabilmente non si ricorrerà all’autopsia sui corpi delle vittime. La questione centrale è capire chi ha deciso di partire, malgrado le avverse condizioni del mare. Secondo gli esperti nautici era preferibile restare al largo dove a 10-15 miglia del porto non sarebbe successo niente.
La situazione più pericolosa è proprio invece portare una barca in tale scenario vicino alla terra. Soprattutto nell’eventuale, per niente remota, ipotesi di un guasto al motore. Un’altra grave dimenticanza è stata non issare una vela da burrasca in quanto l’elica che esce a tratti dall’acqua può andare fuorigiri.
Inoltre l’imbarcazione non ha lanciato l’allarme radio, il cosiddetto “May Day, limitandosi alla richiesta di entrare in porto mediante cellulare. Particolare che evidenzia una palese sottovalutazione del contesto.
Salvatore Occhiuto