Questa mattina, presso il Tribunale di Rimini, si è svolto l’incidente probatorio riguardante la denuncia di violenza sessuale di gruppo presentata da una ragazza di 16 anni dell’entroterra riminese. La giovane ha dichiarato di essere stata aggredita da due coetanei marchigiani, un 18enne e un 17enne, nella notte tra il 5 e il 6 agosto. Durante l’udienza, durata oltre due ore, la minorenne ha ricostruito gli eventi di quella notte, sottolineando di essere stata costretta a consumare sostanze stupefacenti prima di subire abusi sessuali.
Secondo il racconto della ragazza, l’atto violento è avvenuto mentre si trovava in uno stato confusionale, dal quale si è risvegliata abbandonata lungo una strada, dove è stata poi soccorsa da una pattuglia dei carabinieri. La ragazza ha dichiarato: “Non volevo fare sesso con loro e dopo aver fumato ho iniziato a stare male”.
Nel corso dell’udienza, è emersa una controversia riguardo a una sua precedente attività di prostituzione online, che ha portato a un acceso scambio di opinioni con il gip Raffaella Ceccarelli. Le indagini hanno rivelato che la minorenne aveva un profilo su una piattaforma di chat, dove offriva prestazioni sessuali a pagamento, e che aveva avuto incontri precedenti con i due accusati, contrariamente a quanto dichiarato in aula.
All’udienza erano presenti anche i sostituti procuratori Davide Ercolani e Caterina Sallusti, con il primo che ha guidato l’inchiesta. L’avvocato di uno dei due giovani ha chiesto una revisione della misura cautelare, attualmente in carcere dal novembre scorso.
L’incidente ha sollevato preoccupazioni riguardo a un presunto giro di prostituzione minorile, attirando l’attenzione anche del ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Le indagini sono state condotte con rigore, con l’acquisizione di registrazioni delle telecamere di sorveglianza che hanno permesso di identificare il veicolo utilizzato dai presunti aggressori.
Le intercettazioni hanno rivelato conversazioni tra i due, in cui cercavano di concordare una versione alternativa degli eventi, cercando di minimizzare la loro responsabilità. Tuttavia, gli inquirenti hanno descritto i giovani come delinquenti poco avveduti, già coinvolti in precedenti atti di spaccio di sostanze stupefacenti.