Rimini. Invasione di cinesi e bengalesi «Vogliono i negozi del centro»

rimini-Arco-di-Augusto«Non passa giorno senza che riceviamo offerte da parte di persone extracomunitarie, dalla Cina al Bangladesh, che propongono di rilevare questa o quella attività commerciale nel centro storico. Noi cerchiamo di resistere, ma la pressione è molto forte». Parla Ennio Tisselli, titolare di ‘Tema Immobiliare’, agenzia riminese che si occupa in particolare di attività commerciali e pubblici esercizi. «Guardi – prosegue Tisselli, sentito nella tarda mattinata di ieri –, l’ultima telefonata di questo tipo l’ho ricevuta non più di tre ore fa, da parte di una persona di origine asiatica». Perché questo tipo di ‘resistenza’ da parte di chi, in fondo, fa soltanto da mediatore tra domanda e offerta? «Per le stesse ragioni che hanno messo in fila – prosegue Tisselli – proprio sul ‘Carlino’, sia il presidente di Federmoda, Giammaria Zanzini, che l’assessore alle Attività economiche, Jamil Sadegholvaad. Ovvero, se si lascia che attività di basso profilo dal punto di vista commerciale irrompano anche nelle zone più pregiate di Rimini, si estende all’intero centro l’effetto Borgo Marina». Quello del ghetto afro-asiatico. «Con conseguente perdita di valore complessivo – prosegue – anche per quel che riguarda immobili residenziali e attività commerciali. Insomma, la città intera ne risentirebbe. Inoltre è difficile ottenere referenze attendibili su queste persone da presentare al cliente, anche se le loro offerte economiche sono molto concrete». «Già i prezzi degli immobili sono crollati – aggiunge Emanuela Parolari, di Dimensioni Immobiliari –. Se si aprono le porte anche all’invasione dei bazar in pieno centro, è il disastro completo».
Di parere opposto l’ex consigliere Pd, Samuele Zerbini. «Caro Jamil Sadegholvaad – scrive sulla sua pagina Facebook – vorrei dirti che trovo sbagliato vietare l’apertura di alcunchè nei centri storici, in nome di una pretesa ‘qualità’. Se un’azienda rispetta le norme, deve poter aprire. Compito del Comune è quello di creare le condizioni affinchè tutti possano aprire, e vincano i migliori. Non esiste nessun tipo di commercio ‘tradizionale’ che non ne abbia, in passato e nel presente, contaminato altri». «Mi ricorda molto da vicino – insiste Zerbini – quelle norme da dittature del passato che vietano qualcosa solo perchè non piace a chi è al potere al momento». Gioenzo Renzi propone (con mozione consiliare) «che il Comune approvi urgentemente il Regolamento per la Tutela e la promozione della identità di Rimini vietando l’apertura di negozi etnici, quali kebab, mini market, bazar, money transfer, phone center nel centro storico, nei 4 borghi storici, Borgo Marina, San Giuliano, San Giovanni, Sant’Andrea, a Marina Centro, nel centro di Viserba e di Miramare». Renzi segnala che da inizio gennaio a fine novembre hanno chiuso 199 negozi e botteghe storiche. Il Resto del Carlino