«RIGETTATE le conclusioni del procuratore capo Giovagnoli». E’ quanto ha chiesto l’avvocato della famiglia Pantani, Antonio De Rensis che nei giorni scorsi ha depositato l’opposizione alla richiesta di Giovagnoli di archiviare il caso, aperto con grande clamore nell’agosto nel 2014. A far riaprire l’inchiesta, con l’ipotesi di reato di omicidio, era stato un esposto di migliaia di pagine presentato da De Rensis nel quale veniva contestato tutto l’impianto accusatorio del primo processo. Secondo il legale bolognese nella prima inchiesta, quella partita da quel 14 febbraio del 2014, giorno della morte di Marco Pantani, vi erano tante incongruenze che avrebbero dovuto portare ad una nuova lettura della vicenda. Per la famiglia Pantani il campione era stato ucciso. Dopo mesi e mesi di indagini, però, il procuratore capo Paolo Giovagnoli, alla luce anche delle perizie avute, ha deciso di chiedere l’archiviazione del caso.
MA L’AVVOCATO De Rensis ed i suoi assistiti non ci stanno ed hanno già iniziato la loro nuova battaglia. Il primo passo è stato l’aver depositato l’opposizione. Il legale bolognese ha anche già preannunciato che produrrà anche un’integrazione alla sua richiesta di opposizione. Nuovi documenti che il gip incaricato dovrà esaminare prima di pronunciarsi se archiviare, come richiesto da Giovagnoli o accettare l’opposizione di De Rensis.
NEI PROSSIMI giorni si saprà chi sarò il gip incaricato e soprattutto quando verrà fissata l’udienza che deciderà. L’avvocato bolognese ha però un’altra carta da giocarsi, quella che gli sta più a cuore: riuscire a spostare l’inchiesta da Rimini a Bologna. Presumibilmente la prossima settimana il legale depositerà alla Procura generale del capoluogo emiliano l’istanza di avocazione dell’inchiesta.
NEI GIORNI scorsi, intanto, un altro elemento è emerso per quanto riguarda l’altra inchiesta, quella di cui è titolare la Procura di Forlì. Dalle intercettazioni telefoniche di un affiliato alla camorra sarebbe emersa la conferma che la criminalità organizzata pianificò nei dettagli l’esclusione di Marco Pantani dal Giro d’Italia del 1999. Questo elemento potrebbe fornire, quindi, un’accelerata all’inchiesta condotta dai giudici forlivesi, ai quali potrebbe subentrare la Direzione distrettuale antimafia qualora venisse accertata la veridicità della dichiarazione.
