D’ora in poi le case popolari potranno essere assegnate anche alle coppie gay. Nel nuovo regolamento per gli alloggi, che ora andrà al voto in consiglio dopo aver ricevuto ieri mattina il via libera in commissione (astenuti i consiglieri di minoranza) previsti anche nuovi requisiti economici per l’accesso e il mantenimento delle case. Ma la novità più importante è quella che riguarda il riconoscimento del diritto, alle coppie omosessuali, di entrare in graduatoria per gli alloggi. Una svolta che recepisce la legge sulle unioni civili, e che permette a tutte le coppie conviventi di fatto (non solo gay) di essere considerate al pari di quelle legate da matrimonio. Un’altra novità è che verranno considerate valide le domande provenienti da coppie conviventi dal momento in cui è stata instaurata la convivenza e senza richiedere più, come accadeva invece fino a oggi, una durata minima di 2 anni. Esulta il presidente dell’Arcigay di Rimini Marco Tonti, che riconosce all’amministrazione riminese di non aver perso tempo. «Il riconoscimento della legge sulle unioni civili (in vigore dall’anno scorso) nelle norme e nei regolamenti locali rischiava di essere lenta e farraginosa. Invece bisogna ammettere con soddisfazione che a Rimini tutto questo è avvenuto a soli pochi giorni dalla pubblicazione dei decreti attuativi della legge (pubblicati l’11 febbraio), e il regolamento sulle case popolari lo dimostra». Su questo e su altri temi l’Arcigay organizzerà per il 27 febbraio un convegno al Tribunale di Rimini, organizzato dall’associazione dei giovani avvocati, a cui prenderà parte anche la senatrice del Pd Monica Cirinnà, relatrice della legge sulle unioni civili.
Del regolamento sulle case popolari la commissione ieri ha approvato anche i nuovi requisiti economici per l’accesso e la permanenza negli alloggi, e le modalità per il calcolo dei canoni. Accolta la proposta, già discussa a livello provinciale, che evita alle famiglie in difficoltà economica di perdere la casa popolare anche se hanno un Isee (indicatore economico) o un patrimonio mobiliare superiori ai nuovi requisiti. Nel caso in cui non superino i parametri del 10% o 20%, potranno restare nelle case per altri due anni. Sono almeno 14 a Rimini le famiglie in queste condizioni. Il Resto del Carlino