NON C’E’ STATA alcuna truffa, da parte degli indagati eccellenti, nel crac di Aeradria. Quattro mesi dopo la sentenza con cui la Cassazione ha deciso di annullare i sequestri preventivi contro Gnassi, Vitali, Ravaioli, Cagnoni, Maggioli, Masini, Vannucci e Giorgetti (il solo Fabbri aveva scelto di non fare ricorso alla Suprema Corte), ieri sono state rese note le motivazioni del provvedimento. La sentenza del 15 settembre era stata un vero e proprio ribaltone nell’affaire Aeradria, con la Cassazione che aveva dichiarato illegittimo il sequestro preventivo di 650mila euro per l’ipotesi di truffa (uno dei reati di cui devono rispondere gli indagati), rimandando il tutto nelle mani dei giudici del Tribunale del Riesame. Le ragioni della decisione della Cassazione non sono di poco conto. Secondo i giudici della Suprema Corte infatti nel caso di Aeradria «nessun inganno sembra essere stato perpetrato, né sembra essere stata aggirata alcuna funzione di controllo» da parte degli indagati. Questo «non esclude che altre forme di responsabilità, anche penali, possano essere ipotizzate. Ma in merito (al reato di truffa) occorre un’adeguata attività di accertamento da parte degli inquirenti». Secondo la Cassazione, mancano le prove che dimostrino che i famosi contributi stanziati dagli enti pubblici soci di Aeradria per pagare i contratti con le compagnie aeree (tra cui Ryanair), siano stati erogati con l’intento di raggirare.
NEL CASO Aeradria, scrivono i giudici, «per quel che è dato capire, gli organi che hanno deliberato gli atti di disposizione patrimoniale, e gli autori dei pretesi artifici e raggiri, sono i medesimi». Ma se c’è un truffa deve esserci un truffato e un truffatore. Per la Cassazione non è possibile che i truffati e i truffatori siano le stesse persone. Una conclusione che emerge netta, ad esempio, a proposito del contributo che la Provincia (che deteneva il 40% di Aeradria) chiese alla Società del Palazzo dei Congressi. «Proprio la Provincia, secondo l’accusa prospettata, sarebbe stato in questo caso l’ente truffato…». Nella sentenza la Casazione si spinge ancora oltre a proposito della posizione di Cagnoni, difeso dagli avvocati Cesare e Roberto Brancaleoni: «Certamente non può essere ravvisata la responsabilità del presidente della Società del Palazzo dei Congressi, per il fatto che altri contratti erano simulati, atteso che quello oggetto di contestazione era reale e sembra aver avuto esecuzione». I sequestri preventivi contro gli indagati pertanto vanno annullati. Eccetto quello di 245mila euro contro Sandro Giorgetti, accusato di bancarotta di Air, la società controllata di Aeradria, fallita poco prima. Il sequestro resta valido e Giorgetti dovrà pagare le spese legali.
Resto del Carlino