Rimini. La colletta alimentare di Forza Nuova finisce nel sangue. Attaccati dal Madida. Ferito il sammarinese Roberto Lo Giudice

Schermata 2016-03-27 alle 08.05.38La colletta alimentare davanti al supermercato Conad di via Dario Campana finisce a sprangate con due ragazzi feriti e sanguinanti tra lo sconcerto di decine di riminesi, affannati per lo shopping prepasquale. Cinque o sei attivisti di Forza Nuova, fra i quali anche una donna, sono impegnati di fronte al supermarket in una raccolta alimentare, regolarmente autorizzata, a favore delle famiglie in difficoltà. «Prima gli italiani», si legge sul manifesto all’ingresso dell’esercizio commerciale. La mattinata trascorre tranquilla fino a pochi minuti prima delle 11. All’improvviso, spuntano in corteo gli attivisti dei centri sociali di Casa Madiba. Tra di loro anche diversi stranieri. «Erano una quarantina, più o meno. A guidarli c’era una ragazza con un megafono, altri avevano in mano secchi d’acqua e scope – racconta Evelina, la dipendente di un bar testimone dei fatti –. Volevano lavare simbolicamente il piazzale da quelli che definivano nazisti, hanno iniziato ad urlare, poi hanno accerchiato il banchetto che stava raccogliendo pacchi di pasta e succhi di frutta».
PRIMA partono gli insulti, poi lo scontro diventa fisico e nel giro di pochi secondi scoppia la rissa. «I giovani del banco alimentare sono stati accerchiati, erano in inferiorità numerica. Prima una secchiata d’acqua, poi è volato di tutto», spiegano alcuni stagisti di un negozio, usciti in strada dopo le prima urla. A calci e pugni si aggiungono le sprangate. Qualche attivista dei centri sociali avrebbe lanciato anche una bici contro i rivali. «Ho temuto il peggio quando ho visto volare gli oggetti – racconta Rosa, 68 anni, cliente del supermercato – sono riuscita a rifugiarmi dentro il locale». A riportare le conseguenze peggiori sono Roberto Lo Giudice e Mirco Ottaviani, il segretario regionale di Forza Nuova, feriti al volto. Ottaviani viene ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Oculistica per una frattura all’orbita oculare. In attesa di una probabile intervento chirurgico. Lo Giudice riporta, invece, un trauma cranico e ne avrà 15 giorni. Si contano contusi anche nell’altra fazione. (…) Il Resto del Carlino

Schermata 2016-03-27 alle 08.07.28Ha il volto coperto di sangue, l’occhio destro quasi chiuso per i colpi ricevuti. Ma Mirco Ottaviani non vuole andarsene. «Non posso lasciare qui i miei fratelli. Non me ne vado fino a quando loro rimarranno qua», dice agli agenti che lo vogliono accompagnare all’ambulanza per una la medicazione. La faccia è tumefatta, le tracce di sangue evidenti. Ottaviani è il leader regionale di Forza Nuova, uno dei promotori della raccolta e distribuzione di generi alimentari per gli italiani in difficoltà, organizzata da Solidarietà nazionale. Ottaviani con altri attivisti si trovava ieri davanti al supermercato di via Dario Campana.
Che cosa è accaduto?
«Stavamo raccogliendo generi alimentari per le famiglie italiane in difficoltà. Per noi è fondamentale la solidarietà, ma verso gli italiani che hanno problemi. Prima di tutto vengono i compatrioti. Stavamo raccogliendo pasta, succhi di frutta. Tutto era filato liscio fino alle undici».
Ma voi avevate l’autorizzazione per una simile manifestazione?
«Certo, come sempre. Fino a quel momento erano stati con noi gli uomini della Digos. A un certo punto, mancavano pochi minuti alle undici, gli agenti si sono allontanati. All’improvviso sono sbucati gli attivisti dei centri sociali, in corteo. Qualcuno li deve aver avvertiti che eravamo solo in cinque senza più la polizia a sorvegliare. In mano avevano con scope e secchi d’acqua. Volevano spazzarci via».
Ma quanti erano?
«Erano in numero di gran lunga superiore a noi che eravamo cinque o sei. Loro saranno stati 30-40, c’erano anche immigrati stranieri. Ci hanno circondato, insultato e poi aggredito con bastoni e spranghe. Hanno colpito prima Roberto con una sprangata e poi allora noi ci siamo messi in mezzo, ma eravamo troppo pochi. Hanno buttato via il nostro carrello dove stavamo raccogliendo la merce. Qualcuno ha anche lanciato una bicicletta contro di noi».
Quindi siete stati voi ad essere aggrediti?
«Certo, non si vede forse dal mio volto? Noi eravamo tranquilli, pensavamo solo a raccogliere cibo da distribuire a famiglie italiane che soffrono. Ne aiutiamo ben 150. E sono arrivati loro, quelli di Casa Madiba, con bastoni, spranghe e ci hanno colpito. Nel parapiglia non so neanche io dove sono finito, se sono caduto. Me ne sono trovato addosso dieci. Ma non mollo. Io di qua non me ne vado».