«QUANTO è accaduto a Parigi non ha nulla a che vedere con il mondo islamico. Atti disumani contrari a quanto ci dice il profeta: non uccidere». Sadat Selmanovsky è il referente della comunità musulmana macedone a Rimini. Sono circa 300 famiglie che si ritrovano nella zona di via Portogallo. «Lo faremo nei prossimi giorni. Organizzeremo un momento per riflettere e commemorare i morti di Parigi».
E’ l’altra faccia dello sgomento che ha stretto il cuore di milioni di persone appiccicate ai video per capire cosa stesse accadendo al di là delle Alpi, in quella Francia esempio di integrazione per tutta Europa. Un risveglio brusco che a Rimini ha portato alla veglia in piazza Cavour sabato scorso. Erano un migliaio, tra di loro c’erano anche musulmani, in silenzio.
«Quando si sentono notizie su attacchi terroristici, siamo noi i primi a sperare che non si tratti dell’Isis – commenta Brahim Maarad, membro della comunità islamica locale -. Per la nostra comunità è un danno enorme. L’Islam non ha nulla a che vedere con questa violenza, con il sedicente Stato Islamico. Ogni giorno l’Isis uccide musulmani. Lo ha fatto anche pochi giorni fa a Beirut. Siamo scioccati da quanto è accaduto a Parigi, non ci saremmo mai immaginati nulla del genere».
Oltre alla condanna della barbarie che si è abbattuta sulla capitale francese, resta da capire cosa intendano fare le comunità islamiche del riminese.
«Tra noi – continua Maarad – ci siamo presi l’impegno di denunciare e non lasciare il minimo spiraglio a forme di estremismo». Non solo. «Stiamo pensando di organizzare un dibattito pubblico per domenica prossima, così da poter parlare assieme e capire quanto sta accadendo. Per fortuna oggi c’è una maggiore distinzione tra il terrorismo, l’Is e ciò che realmente è l’Islam, ma ancora non basta. Ne parleremo anche in occasione della preghiera del venerdì per togliere dubbi a chi meno conosce così l’Islam».
Resto del Carlino