Rimini. La Corte dei Conti promuove il controllo sulla tassa di soggiorno

Una recente sentenza della Corte dei Conti ha avallato la legittimità del metodo adottato dal Comune di Rimini nel monitoraggio della tassa di soggiorno. Questo approccio, attuato dal 2021, prevede un controllo incrociato tra i dati forniti dagli albergatori e quelli registrati presso la questura riguardo agli ospiti. La decisione ha comportato la condanna di un’attività alberghiera al pagamento di 17mila euro per imposta non versata.

Nel dettaglio, la Corte ha sottolineato che i gestori degli hotel sono soggetti a obblighi contabili nei confronti del Comune, affermando che la loro posizione implica una responsabilità significativa. La sentenza specifica che la prova di una violazione può essere stabilita in assenza di giustificazioni valide.

Il Comune di Rimini, e altre amministrazioni locali, hanno introdotto questa procedura di verifica per migliorare il monitoraggio del gettito derivante dalla tassa di soggiorno. In caso di discrepanze tra i dati, viene attivato un processo di verifica che inizia con un contraddittorio con il soggetto interessato e può sfociare nel recupero dell’importo non versato. Grazie a questo sistema, nella sola annualità 2023, Rimini ha già recuperato circa 574 mila euro, diventando il primo comune italiano in tale ambito.

L’assessore Magrini ha commentato favorevolmente l’esito della sentenza, evidenziando che le azioni intraprese non sono punitive nei confronti degli imprenditori, ma mirano a supportarli attraverso un monitoraggio più efficace della tassa di soggiorno. L’introduzione di comunicazioni mensili e l’aggiornamento del software gestionale hanno ulteriormente ottimizzato il processo, consentendo una rilevazione quasi in tempo reale delle anomalie.