Rimini. La mamma di Pantani torna contro la procura di Rimini «Siamo pronti a fare la guerra»

Pantani«QUESTA richiesta di archiviazione non ci coglie di sorpresa nè tantomeno impreparati: riteniamo che vi siano degli elementi che possano in modo chiaro fondare sia l’opposizione che l’istanza di avocazione che siamo determinati a presentare, soprattutto dopo avere letto la richiesta di archiviazione e gli atti di indagine ad essa collegati».
A PARLARE e a confermare la ‘guerra’ alla Procura di Rimini, già annunciata su Facebook da mamma Tonina, è l’avvocato Antonio De Rensis, legale della famiglia Pantani che replica così alla richiesta di archiviazione, presentata qualche giorno fa dal procuratore capo della Repubblica di Rimini, Paolo Giovagnoli. Per il quale, alla luce delle nuove indagini e delle perizie fatte, non ci sono dubbi sulla morte di Marco Pantani, ucciso dai farmaci e dalla cocaina che ha assunto. Ma i Pantani non ci stanno, e sono decisi ad andare avanti con la loro battaglia per dimostrare che dietro la morte del Pirata c’è dell’altro. Che il figlio non ha preso quella roba volontariamente, ma c’è stato costretto da qualcuno. Il legale annuncia quindi una dura opposizione davanti al gip che dovrà decidere sulla richiesta del procuratore. Ma l’obiettivo dell’avvocato De Rensis è anche e soprattutto quello di traferire il ‘caso Pantani’ davanti alla Procura generale di Bologna, giudicando che gli inquirenti riminesi non possano decidere serenamente. «Ho letto da qualche parte che noi avremmo fatto allusioni – continua De Rensis, noi non abbiamo fatto alcuna allusione al lavoro di alcuno, quello che noi abbiamo scritto lo hanno detto altre persone. Noi cosa dovevamo fare, non dirlo al pubblico ministero? Se per qualcuno queste sono illazioni, per me queste sono delle testimonianze che è una cosa diversa. Vedremo come altri appartenenti alla magistratura interpreteranno, se diranno che gli infermieri si sbagliano, ricordano male, che l’albergatore ricorda male, vedremo. Sono testimonianze raccolte con indagini difensive blindate». Mamma Tonina rincara la dose. «Aspettavo questo dopo avere visto l’indifferenza del procuratore – scrive su Facebook – sentenza dura, ora inizia la guerra».
NELLA sua richiesta di archiviazione, Giovagnoli, oltre a sottolineare la correttezza della prima indagine fatta sulla morte del Pirata, ha anche sostenuto come le questioni sollevate nell’esposto presentato dalla famiglia «tendevano essenzialmente a far dubitare della correttezza e adeguatezza delle indagini del 2004 e a far ritenere falsi i suoi risultati, verosimilmente per cancellare l’immagine del campione depresso vittima della tossicodipendenza e di psicofarmaci e accreditare l’immagine di una persona vittima incolpevole di violenze e complotti».

Fonte: RESTO DEL CARLINO