Rimini. La moglie del cacciatore annegato “Ditemi com’è morto Gianfranco”

polizia scientifica«GIANFRANCO è uscito di casa nel cuore della notte. Lo faceva sempre, quando doveva andare a caccia. Io a quell’ora stavo ancora dormendo: non ho fatto neppure in tempo a salutarlo per l’ultima volta». All’altro capo del telefono, la voce di Maria Magdalena Raiciu, 39 anni, originaria della Romania, trema come la corda di un violino. La donna non riesce ancora a capacitarsi della morte del marito, Gianfranco Palmese, il cacciatore riminese di 53 anni affogato tragicamente nel Delta del Po dopo che il suo barchino, sul quale stava viaggiando insieme ad altre due persone, si è improvvisamente ribaltato. Palmese, soprannominato da tutti ‘Gedeone’, stava rientrando da una battuta di caccia alle anatre nella zona lagunare di Porto Tolle, in provincia di Rovigo: la caduta in acqua per lui è stata fatale
Signora Raiciu, è riuscita a capire cos’è accaduto l’altro giorno in quel punto del fiume?
«Non ancora. La dinamica dell’incidente al momento non è chiara del tutto: gli inquirenti stanno cercando di ricostruirla. Confido nel loro lavoro e in quello della Procura. Ora tutto ciò che voglio è sapere com’è morto mio marito: fino ad allora però preferisco non» commentare questa vicenda.
Quando vi siete sentiti per l’ultima volta?
«Mercoledì mattina al cellulare. Lui mi ha detto che andava tutto bene. Non poteva certo immaginare quello che stava per succedere. È il destino, purtroppo: non possiamo farci nulla».
Suo marito era già stato a cacciare altre volte in quella zona?
«Sì, spesso si recava nel Delta del Po in compagnia degli amici. La caccia era la sua grande passione: senza non avrebbe potuto vivere. A volte affittava anche un appartamento vicino alle zone dove si svolgevano le battute, e rimaneva là per diversi giorni. Stava cercando di trasmettere il suo amore per la caccia anche a nostro figlio, che ha appena sette anni. A volte lo portava con sé. Era come se vivessero in simbiosi l’uno con l’altro: Gianfranco adorava il bambino, era la sua principale ragione di vita».
Nella giornata di ieri il pm Monica Bombana ha disposto il nulla osta per il trasferimento della salma di Gianfranco Palmese. La data dei funerali non è ancora stata fissata. Sotto sequestro resta la barca utilizzata dal 53enne e dai suoi due amici per navigare lungo il fiume. Palmese era tesserato all’associazione Libera Caccia di Rimini, dove tutti lo ricordano con grande affetto.

Resto del Carlino