Rimini. La Provincia sull’orlo del fallimento

rimini_arco_d_augusto_0HA COMPIUTO vent’anni giusto alcuni giorni fa. Ma la Provincia di Rimini, o meglio quel che ne resta, di questo passo rischia di avere vita breve. Perché di questo passo, «con lo Stato che da un lato continua a chiedere soldi e dall’altro ci taglia i finanziamenti, saremo costretti a chiudere per dissesto», avvertono dall’ente di corso d’Augusto. Il rischio fallimento, per la Provincia, è tutt’altro che un’ipotesi. Numeri alla mano, senza manovre correttive da Roma «nel 2016 avremo perdite per oltre 10 milioni di euro – spiegano dagli uffici dell’ente – Con questi numeri, il crac è inevitabile. Questo significa che verranno a manca anche quelle poche risorse che ancora oggi, con grande difficoltà, riusciamo a destinare a scuole, strade ed emergenza maltempo». Spiccioli ormai, rispetto ai soldi che l’ente di corso d’Augusto riusciva a investire, prima del riordino firmato da Delrio, per la manutenzione stradale e degli edifici scolastici del Riminese. E «spiace constatare che alcuni amministratori continuino a strumentalizzare la questione».
A INNESCARE la ‘miccia’, qualche giorno fa, era stato il vice sindaco di Sant’Agata Feltria, Paolo Ricci (Lega Nord). «Tante strade sono in condizioni pietose, al punto tale che molte aziende ora stanno pensando di trasferirsi», aveva detto Ricci, puntando il dito sulla Provincia. Colpevole di non voler affrontare la questione, e di non aver mandato neppure un amministratore alla Fiera del tartufo, dove il Comune Sant’Agata sperava di confrontarsi sul problema della viabilità penosa. E ieri è arrivato a riguardo anche l’interrogazione del consigliere regionale Lega Nord Massimo Pompignoli. Ma la Provincia, o meglio quel che resta isto dal 2014 a oggi oltre 30 dipendenti si sono trasferiti o licenziati e dall’1 gennaio altri 90 saranno distaccati in Regione (ma continueranno a lavorare a Rimini), replica con i numeri alla mano. Mostrando un quadro preoccupante.
«NEL 2016, a fronte di entrate per 27 milioni (principalmente derivanti dall’addizionale sulle assicurazioni e dall’imposta di trascrizione della vendita di ogni veicolo), dovremo versare allo Stato 23 milioni, contro i 14 di quest’anno e i 4 del 2014». In pratica Roma si prende quasi tutto, «lasciandoci solo 4 milioni – fanno i conti dall’ente – che non sono minimamente sufficienti a pagare spese e investimenti». Oltre ai costi del personale (3,5 milioni di euro), «ci sono 6 milioni di rate di mutui da pagare, 3 milioni per il riscaldamento e le altre utenze di scuole superiori e sedi della Provincia, e 1 milione per manutenzioni stradali, scolastische e gli interventi anti-neve». A conti fatti, «se il governo non stanzierà nuove risorse, la Provincia di Rimini nel 2016 accumulterà 10 milioni di euro di debiti, e come tante altre sarà già costretta nei primi mesi dell’anno a dichiarare fallimento».

Resto del Carlino