Rimini. La strage di tartarughe non si ferma

Animali: recuperata tartaruga 'caretta caretta' spiaggiata a PesaroDALL’INIZIO dell’anno sono 350 le tartarughe trovate morte sulla spiaggia tra la Romagna e le Marche. Un’ecatombe sulla quale vuole vederci chiaro il ministero all’Ambiente. «Il ministro Galletti – spiega Sauro Pari, presidente della Cetacea – si è interessato in prima persona sulla questione degli spiaggiamenti ed ha voluto inviare il Reparto ambientale marino della Guardia costiera, diretto dal capitano di Vascello Aurelio Caligiore, per approfondire il fenomeno degli spiaggiamenti». I numeri degli spiaggiamenti crescono di giorno in giorno. Solo nelle ultime 24 ore i biologi della Fondazione cetacea hanno recuperato otto cadaveri sulla costa da Gabicce a Riccione. Ogni volta che c’è una mareggiata, le acque restituiscono tartarughe morte anche da diverso tempo, che giacevano sul fondale. Resta da capire per quale motivo vi sia una tale mortalità cresciuta in modo esponenziale negli ultimi anni. Il 2013 fu un anno eccezionale con poco meno di 400 esemplari ritrovati senza vita sulle spiagge. L’anno precedente erano stati poco più di 250. Nel 2014 è andata anche peggio e la soglia fissata a 400, è stata superata. Quest’anno l’autunno è iniziato nel peggiore dei modi, spiegano dalla Fondazione. Il numero dei ritrovamenti è ripreso con una costanza che lascia pensare e che potrebbe persino portare a superare il numero di cadaveri rinvenuti nel 2014. con queste premesse oggi è il ministero a volerci vedere chiaro. «La Fondazione ha incontrato gli uomini del Reparto ambientale mettendo a loro disposizione tutti gli elementi di informazione in nostro possesso. L’incontro e i successivi sopralluoghi sono stati svolti con grande sinergia e spirito di squadra e hanno tracciato un percorso per monitorare il fenomeno degli spiaggiamenti». Stando alle prime congetture alle quali è giunto Sauro Pari, l’aumento della popolazione di caretta-caretta nella parte settentrionale dell’Adriatico non sarebbe sufficiente a giustificare un tale tasso di mortalità. La Fondazione ha sostenuto più volte in passato che sul fenomeno pesa la responsabilità della pesca in Adriatico, con reti che finirebbero per ferire le tartarughe. «Ed è quello che continuiamo a sostenere».

Resto del Carlino