Rimini. L’Albania vuole che Dritan Demiraj torni a casa

Dritan Demiraj2S2Due, le richieste di estradizione presentate dalle autorità albanesi nei confrondi dell’uomo autore degli omicidi di Lidia Nusdorfi e Silvio Mannina. Nel suo Paese però, oltre che di maltrattamenti (per cui deve scontare un anno e 6 mesi di carcere), è accusato anche di tentato omicidio. Quello del cugino, sopravvissuto a due agguati, e colpevole’ di avere avuto una relazione con l’ex compagna di Dritan. Questo, difeso dall’avvocato Massimiliano Orrù, ha già dato il suo consenso all’estradizione, ma a decidere sarà il giudice della Corte d’Appello di Bologna che valuterà la richiesta presentata dall’Albania. La possibilità che il killer possa venire consegnato all’autorità albanesi, sembra essere però alquanto remota. La giurisprudenza stabilisce infatti che l’Italia può negare il consenso quando la persona deve essere processata qui per un reato più grave. E due delitti lo sono certo di più di un tentato omicidio. LA GENESI del massacro che Demiraj consumò tra Rimini e Mozzate ha le sue ragici proprio in quel tradimento che si consumò in Albania, dove Lidia ebbe una relazione con il giovane cugino di Dritan, in occasione di una vacanza. Tutti sapevano che se la storia fosse venuta a galla avrebbe scatenato una mattanza, ma qualcuno soffiò’ all’albanese quello che era accaduto. E a Rimini lui pianificò la sua vendetta. Lidia aveva capito che il suo destino era segnato, e cercò di sparire, rifugiandosi dai suoi parenti a Mozzate. Ma Demiraj riuscì a scovarla e ad avere un appuntamento con lei, grazie alla mediazione dell’ultimo amante della donna. Quel Silvio Mannina che Dritan torturò e uccise per costringerlo ad assecondarlo. Sua complice e spalla fedele, Monica Sanchi, la donna ora ridotta su una sedia a rotelle per una grave malattia e che ha coinvolto nei delitti anche lo zio di Demiraj, Sadik Dine, e un minorenne albanese. Dopo avere trucidato Mannina e averne seppellito il corpo negli acquitrini del lago Azzurro, il giorno dopo, 1° marzo del 2014, partirono per Mozzate. L’appuntamento era nel sottopasso della stazione ferroviaria di Mozzate. Lidia credeva di incontrare Silvio, invece si trovò di fronte l’uomo che temeva di più. Dritan la massacrò di coltellate, per riprendere poi la via di Rimini. Solo dopo il suo arresto si venne a sapere che prima del massacro, Dritan si era precipitato in Albania per pareggiare i conti con il cugino. Due gli agguati che l’albanese gli aveva teso con la complicità di un amico. Nell’ultimo gli avevano sparato addosso ma il ragazzo era riuscito miracolosamente a salvarsi. Da quel momento scomparve, al punto che in molti lo credettero morto. A svelare che il giovane era ancora vivo fu il padre, in un’intervista alla televisione di Tirana. Il Resto del Carlino