Rimini. L’allarme dei piccoli negozianti: «Salvateci»

shopping-2ALZANO le barricate e indossano l’elmetto, dal Titano a Riccione, da Bellaria a Misano. Associazioni di categoria e operatori in trincea contro l’avanzata di centri commerciali e outlet. «Inserire nuove superfici in un settore ancora in crisi ci preoccupa», dice Anna Baleani, consigliere del Consorzio di viale Ceccarini, Riccione. «Non va bene dedicare al commercio metà dei 60-70mila metri quadri di superfici destinate all’artigianato vicino al casello artigianale – tuona Fabrizio Vagnini, presidente della Confesercenti riccionese –. Vent’anni fa quelle superfici furono date agli artigiani con agevolazioni significative». «Salvateci dagli outlet», fa eco Dino Saponi, Comitato Riccione Paese. Un secco «no» al centro commerciale da 32mila metri quadri a Misano viene dai direttivi della Confesercenti di Misano, Riccione, Cattolica e Morciano: «In questo periodo di crisi non è opportuno sia per il consumo del territorio sia per l’ampliamento dell’offerta commerciale, che ridurrebbe la portata di spesa del bacino di utenza». E ancora: «Non ha senso sprecare tanto terreno e regalare 30mila metri quadri di fabbricato solo per avere in cambio un sottopasso». I commercianti dell’Isola dei Platani di Bellaria hanno raccolto oltre cento firme per stoppare l’outlet del lusso. «Siamo pronti a tutto per fermare l’insediamento», hanno scritto nella petizione. Appoggiata dai partiti di opposizione (dal Pd al M5S) e Confesercenti. Levata di scudi anche dagli operatori della vicina Santarcangelo, già alle prese con gli Ikea, Mercatone Uno, Le Befane, I Malatesta, Iper Rubicone, shopping center e outlet vari. Firme a raffica (circa 1.300) raccolte anche sul Titano dal Comitato ‘No polo del lusso’ a Rovereta. Contrarie anche le associazioni di categoria, Osla, Usc e Usot, che rivendicano invece «piani di sviluppo per il centro storico». «Trovo incredibile che si progettino nuove strutture commerciali non perché rispondono a una domanda ma per consentire di fare cassa agli enti pubblici con gli oneri di urbanizzazione – tuona Mirco Pari, responsabile provinciale Confesercenti –. Ci sarà una pericolosa sovrapposizione alla rete del commercio esistenti. Anni fa, quando l’economia ‘tirava’, c’era possibilità di assorbimento, oggi no». Gli investitori cercano zone vicine alle autostrade, tipo Barberino del Mugello, con grandi flussi. «Siamo circondati – aggiunge Pari –. Non è solo un problema dei commercianti, ma dei cittadini: si impoveriscono le città». «Sono belli, invitanti, coi parcheggi gratuiti: se passano anche questi per il commercio tradizionale è finita – sbotta Gianni Indino, presidente provinciale Confcommercio –. Tornano i project financing: si concedono cambi d’uso in cambio di strade, servizi e oneri ai comuni. Ma impoveriamo i nostri centri».