IL TAR dell’Emilia Romagna dà ragione alle ‘lucciole’, accogliendo il ricorso presentato da una prostituta romena contro il foglio di via emesso dal questore di Rimini Maurizio Improta il 27 giugno scorso. La sentenza, depositata nella giornata di ieri, di fatto ribadisce quanto già espresso nei mesi scorsi dallo stesso Tribunale amministrativo regionale: le professioniste del sesso che battono i marciapiedi non rappresentano un pericolo per la sicurezza e l’ordine pubblico, e pertanto i provvedimenti di prevenzione (in assenza di elementi specifici) sono da considerare illegittimi.
Un altro successo per l’avvocato Massimiliano Orrù, che da mesi sta portando avanti la battaglia contro i fogli di via delle ‘lucciole’.
UNA VENTINA circa i ricorsi impugnati dal legale di fronte al Tar, che già ad ottobre scorso aveva deliberato a favore di una ragazza che esercitava la sua ‘professione’ nella provincia di Forlì-Cesena. «La prostituzione di strada – si legge nella sentenza del Tar – non costituisce reato» ma può essere qualificata come pericolosa «solo allorquando sia effettuata con particolari modalità, quali ad esempio l’adescamento, le molestie ai passanti, i clamori, gli atti osceni in luogo pubblico». Le ragazze che battono i marciapiedi, in sostanza, «non rientrano nelle categorie di persone indicate dalle misure di prevenzione (vale a dire persone dedite ad attività delittuose o a commettere reati)». Con l’annullamento del provvedimento della questura, la giovane lucciola romena potrà dunque tornare a esercitare il suo mestiere sulle strade riminesi. Non solo. «Il Tar – spiega l’avvocato Orrù – ha anche condannato lo Stato a pagare le spese sostenute per il ricorso».
Negli ultimi anni i fogli di via, unica arma in mano ad amministratori e forze dell’ordine per combattere il fenomeno della prostituzione, erano stati progressivamente neutralizzati da una serie di sentenze in vari gradi di giudizio. Così l’utilizzo dello strumento si erano pian pian diradato.
QUESTO fino al gennaio scorso, quando la Corte di Appello è tornata a dare torto alle professioniste del sesso, condannandone alcune per inottemperanza al foglio di via. Da qui la decisione dell’avvocato Orrù di rivolgersi al Tar dell’Emilia Romagna.
Resto del Carlino