Dovrebbe tacere il presidente lughese di Start Romagna Marco Benati, “fisico” prestato ai Trasporti, già presidente dei Ds di Lugo e nel direttivo del locale Pd, quindi nomina partitica al cento per cento. E dobbiamo stare zitti noi riminesi se la ‘testa’ del nostri bus sta nel Ravennate che ovviamente non si fa scrupolo di rovinarci turisticamente l’immagine presso decine di migliaia di turisti multati e trattati a pesci in faccia dopo che vengono a svuotare i loro portafogli qui. Si dimetta! Start non può piú fare a meno delle multe, questa è l’amara verità, quello che è emerso presso la stampa è solo la punta di un iceberg di una società che ha mostrato a una moltitudine di turisti il volto arcigno della nostra riviera nel tentativo di spillare a piú gente possibile i 60 euro di multa, sanzione decisa a Bologna. Quindi tutto torna: biglietti che non si trovano, niente macchinette automatiche, nessuno dice agli stranieri di timbrare. Da alcuni giorni a Rimini ci sono gli orari affissi e il turista se lo deve immaginare l’orario di transito: se una cosa simile la fanno le Ferrovie l’Italia va in tilt.
g.z.
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Ho già avuto modo, rispondendo nei giorni scorsi all’ennesima lettera sul caso Start, di dire come la penso della nuova politica dei controlli e delle esternazioni del presidente Benati. Ma volentieri torno sull’argomento, stuzzicato dal retroscena politico del suo ragionamento. Non essendo nato ieri, so bene come funzionano le nomine nelle società partecipate, dove i partiti sono soliti collocare trombati eccellenti e oppositori ingombranti. Non si adombri il presidente Benati, non ce l’abbiamo con lui, ma sarebbe interessante capire quanta strada avrebbe fatto se invece di quella tessera ne avesse avuta in tasca un’altra. Magari sarebbe a capo di una multinazionale, ma è comunque curioso scoprire che a ogni partito al governo corrisponde un manager pubblico. Succede qui come altrove, intendiamoci, a cambiare è soltanto l’«azionista di riferimento».
Fonte: RESTO DEL CARLINO
