Dell’imprenditore, Davide Roberto, non ha più nemmeno la maschera. L’ex titolare del City Beach, arrestato tre anni e mezzo fa con un carico di 150 chili di droga, è tornato in carcere l’altra notte. I carabinieri della Compagnia di Rimini l’hanno preso mentre stava caricando in auto 30 chili di marijuana che gli avevano appena consegnato due albanesi. Un bel po’ di ‘fumo’ che, sospettano gli investigatori, faceva parte di un carico molto più grosso, a giudicare dal confezionamento accuratamente cosparso di canfora per confondere i cani antidroga. Roberto, 41 anni, Devis Hisa, 23 ed Erid Disha, 22, difesi, rispettivamente da Giuliano Renzi e Tiziana Casali, compariranno oggi davanti al giudice per la convalida del fermo, ma c’è da giurare che non diranno una parola.
Un colpo grosso, quello dei militari del Nucleo operativo radiomobile, che devono ringraziare i residenti di una palazzina di via Cirene. Lì abita Devis, un albanese che non lavora ma fa una vita piuttosto comoda. Secondo gli altri condomini, il ragazzo si muove in maniera sospetta, e sono sicuri che ci sia sotto qualcosa. Segnalano la cosa ai carabinieri e questi decidono di approfondire, visto che la persona in questione ha un passato da spacciatore. Così si piazzano fuori dal condominio e lo seguono mentre va e viene. Fino a quando, l’altro pomeriggio lo vedono partire a bordo della sua Peugeot e dirigersi sulla Marecchiese. Dopo qualche chilometro Devis imbocca una stradina chiusa, e subito spuntano altre due macchine. Ma è quando vedono il conducente di una di queste che i militari appostati hanno la certezza di avere fatto centro. Quell’uomo è Davide Roberto, l’imprenditore col doppio volto del trafficante. Un milanese trapiantato a Rimini che trattava con i pezzi grossi d’oltre confine. Il suo nome era uscito anche nel caso Zinnanti, il ragazzo che aveva ammazzato il tassista a Covignano. Lui aveva parlato sempre di un uomo «molto pericoloso» per conto del quale lavorava, ma si era sempre rifiutato di farne il nome. All’epoca del primo arresto, a Roberto avevano sequestrato tutto, il centro sportivo nuovo di zecca (ora chiuso) e la casa. Già condannato in secondo grado a sei anni e mezzo, aveva lasciato il carcere per i domiciliari e il braccialetto elettronico, poi era tornato libero per decorrenza dei termini. Pronto a rimettersi in affari. Appena i due albanesi finiscono di caricare i borsoni nell’auto di Roberto, i militari intervengono. Le sacche sono piene di marjiuana skunk, dalla fragranza più pungente e un principio attivo superiore. Un carico che vale quasi 300mila euro. Altri 50 grammi di cocaina li trovano a casa di Devis.
