«Giù le mani dai nostri figli..». L’hanno ripetuto più volte in piazza Cavour, a chi si fermava a guardare incuriositi quello stuolo di madri con i passeggini al seguito. E l’hanno scritto anche sulle magliette indossate durante la manifestazione di ieri, la prima della mobilitazione dei genitori partita dopo l’arresto per maltrattamenti della maestra Loredana Pacassoni. Ieri in piazza non c’erano soltanto le mamme (e qualche papà) dell’asilo ‘Il Delfino’, dov’è scattata l’indagine dei carabinieri dopo la denuncia di una collega, che ha fatto scattare venerdì scorso gli arresti domiciliari per l’insegnante. Hanno sfilato anche i genitori della scuola di Torre Pedrera dove nel 2010 la Pacassoni aveva subito un’altra denuncia per maltrattamenti (nonché il trasferimento d’ufficio deciso dal Comune).
In tutto oltre una cinquantina di mamme e papà, a cui hanno portato la loro solidarietà anche diversi candidati sindaci e rappresentanti delle varie liste civiche. I genitori sono rimasti in piazza Cavour per oltre un’ora e mezza, continuando a raccogliere le firme per chiedere al Comune di Rimini di installare le telecamere nelle scuole. La petizione sta viaggiando a pieno ritmo. «Abbiamo raccolto 1.829 firme, di questo passo supereremo abbondantemente le 2mila visto che la petizione è in corso in diversi luoghi di Rimini e la continueremo», spiega Alessandra Piastra, tra le promotrici dell’iniziativa. Le mamme ieri hanno sperato fino all’ultimo in un faccia a faccia in piazza con il vice sindaco Gloria Lisi. Incontro che si è tenuto poi dopo le 11 con una delegazione di mamme, salite a Palazzo Garampi (vedi l’articolo a fianco) per affrontare la questione con la Lisi. E mentre un piccolo gruppo di mamme saliva sulle scale del Comune di Rimini, le altre si indignavano per le parole della maestra. Durante l’interrogatorio di mercoledì la Pacassoni si è difesa, in lacrime, dicendo di non aver mai messo addosso le mani a nessun bambino, anche se riprese effettuate con telecamere nascoste dai carabinieri sono piuttosto eloquenti. La donna ha anche ammesso di aver sempre insegnato con certi metodi «e questo ci fa ancora più arrabbiare – dicono Cinzia Vicario, Elena Ceccarelli e le altre mamme scese in piazza ieri – perché significa che in 40 anni è sempre stata coperta dai colleghi. E ora chi ha sbagliato deve pagare. E non parliamo solo della maestra, ma anche di chi doveva sorvegliare e prendere provvedimenti».
Soprattutto perché la Pacassoni era già stata denunciata nel 2010, sempre per maltrattamenti, alla scuola materna di Torre Pedrera. «Il mio rammarico è stato quello di non averla fatta direttamente ai carabinieri. Forse l’avrebbero fermata già allora – dice Cinzia Vicario, la donna che aveva presentato la denuncia sei anni fa – A mio figlio, che ora ha 11 anni, ho chiesto se voleva vedere il filmato sui maltrattamenti all’asilo ‘Il Delfino’, mi ha detto: No mamma, non voglio vedere il video. Sono troppo piccoli quei bambini, ho paura di rivedere quello che ha fatto a me». Il Resto del CArlino