Una lite nata da un commento fuori luogo, degenerata in pochi istanti in un’aggressione a colpi di coltello. È finita con una condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione, oltre a un risarcimento danni da 15.000 euro, la vicenda giudiziaria di un cittadino egiziano di 25 anni, ritenuto colpevole di lesioni gravi aggravate dall’uso di un’arma e dai futili motivi.
I fatti risalgono alla sera del 23 giugno scorso, quando la spiaggia all’altezza del Bagno 44 di Rimini si è trasformata in un teatro di violenza. L’imputato, accompagnato da un connazionale trentenne, aveva incrociato un gruppo di ragazzi riminesi. Secondo quanto ricostruito in aula, sarebbe stato proprio il 30enne a scatenare il conflitto, rivolgendo apprezzamenti volgari a una giovane del gruppo.
Il coltello, il sangue e la fuga
Nel giro di pochi minuti, la tensione è esplosa. Il 25enne egiziano ha estratto un coltello e ha colpito alla mano un ragazzo di 19 anni, provocandogli ferite importanti, con una prognosi superiore ai 40 giorni. Un altro giovane, di 21 anni, è stato ferito al costato. Entrambi si trovavano in spiaggia insieme ad amici, in una serata che doveva essere spensierata ma si è conclusa nel panico.
Il giovane accoltellato si è costituito parte civile tramite l’avvocato Luca Greco, mentre l’aggressore è difeso dall’avvocata Ninfa Renzini. Il processo si è svolto con rito abbreviato dinanzi al GUP del tribunale di Rimini, che ha emesso la sentenza nelle scorse ore.
Detenzione, risarcimento e rimpatrio
Attualmente l’aggressore si trova ancora in carcere. Una volta scontata la pena, scatterà l’espulsione dall’Italia, come previsto dal provvedimento giudiziario. Una conclusione severa ma netta per un episodio che ha lasciato ferite non solo fisiche, ma anche emotive, nella comunità locale.
Il caso rimette al centro il tema della sicurezza nelle aree balneari durante la stagione estiva e delle tensioni sociali che possono sfociare in violenza anche per motivi apparentemente banali.