Rimini. Lo shopping dei turisti parla russo, ma i nuovi nababbi sono i cinesi Il loro scontrino medio è di 2mila euro contro i 433 degli ex sovietici

A Rimini lo shopping internazionale parla una sola lingua: il russo. La conferma arriva dall’ultimo report realizzato dalla società di mediazione specializzata Global Blue. Nella nostra provincia il 93% degli acquisti tax free (ovvero quelli su cui è possibile recuperare l’Iva) viene effettuato da cittadini dell’ex Unione Sovietica. Rispetto al 2012, il volume totale della merce acquistata dai russi sfruttando l’opzione tax free è andata incontro a un incremento dell’11%. Nel 2013, sempre secondo Global Blue, lo scontrino medio di un russo venuto a fare compere nel riminese è stato di circa 433 euro (contro gli oltre 600 euro della spesa media nei negozi di Roma e Milano).

Dati che non fanno altro che confermare l’importanza vitale degli ex ‘compagni’ per l’economia del nostro territorio. Soprattutto se si prendono in considerazione le percentuali di acquisti riconducibili a visitatori provenienti da altre nazioni. Gli acquirenti cinesi, ad esempio, rappresentano appena l’1% del totale, con un calo, rispetto all’anno precedente, addirittura del 21%. Segno che il made in Rimini stenta ancora a farsi breccia nel cuore degli occhi a mandorla e che anzi questi ultimi non sono particolarmente tentanti dai nostri negozi e dalle nostre boutique.

Un peccato per i commercianti riminesi, visto e considerato che lo scontrino medio di un compratore cinese ammonta a più di 2000 euro. I turisti provenienti della Cina sembrano invece più propensi ad andare a fare shopping a Riccione: nella Perla Verde gli acquisti pagati con carta di credito cinese hanno registrato una crescita del +57%.

Segnali incoraggianti arrivano invece dal Kazakhistan: gli acquirenti provenienti da questo paese, tanto a Rimini quanto a Riccione, sono aumentanti del 47% nell’ultimo anno, pur costituendo ancora una percentuale irrisoria. A Rimini il 27% dello shopping internazionale si concentra in corso d’Augusto. (…) Il Resto del Carlino