Rimini. L’ultima battaglia di Simone, il ragazzo che aveva sfidato la burocrazia

SimoneParma1E’ MORTO all’alba di ieri Simone Parma. Aveva 36 anni. Affetto da distrofia muscolare, era paladino dei diritti dei disabili. Faceva dell’ironia la sua arma migliore. Era un vero combattente, Simone. Abitava a Viserba con i genitori, ora straziati dal dolore per la perdita del figlio. Nonostante la malattia lo costringesse sulla sedia a rotelle, era un frequentatore del centro storico, specie dei locali della movida. Aveva anche partecipato alla Nove Bar, il tour tra i locali con migliaia di partecipanti. Era un combattente e la sua ultima battaglia, quella della campagna ‘Firmo dunque sono’, puntava a cambiare una legge dello Stato che vieta ai disabili la possibilità di firmare in maniera digitale i documenti. Tutto era nato lo scorso anno, quando Simone, che chiedeva all’ufficio anagrafe di rinnovare la carta d’identità, si era visto negare la richiesta a causa della impossibilità di firmare. L’impiegato aveva vergato sulla carta la dicitura ‘impossibilitato’, determinando di fatto una condizione di tutela. «Una determinazione sbagliata – afferma il parlamentare europeo del M5S Marco Affronte, che aveva presentato in materia un’interrogazione – perché le condizioni psichiche di Simone erano intatte». La burocrazia aveva tolto i diritti a una persona. Di lì la campagna ‘Firmo dunque Sono’ lanciata da Simone, appoggiata dal consigliere comunale Fabio Pazzaglia, poi dall’amministrazione comunale di Rimini, che aveva coinvolto i parlamentari locali. Tiziano Arlotti in particolare – che ieri ha espresso cordoglio per la scomparsa del ragazzo – aveva raccolto questa sollecitazione. «Una campagna che resta urgente, necessaria e attuale – afferma l’assessore Irina Imola – soprattutto adesso che Simone non c’è più. Merita una legge di civiltà e di dignità che porti per sempre il suo nome». Anche il Comune esprime il proprio cordoglio per la scomparsa di Simone Parma. Senza omettere di ricordare che la battaglia del ragazzo era «nata a Rimini», dove gli uffici comunali «non poterono ottemperare alla richiesta, causa la non aggirabilità né derogabilità di quella disposizione legislativa». Commozione e cordoglio tra i tantissimi amici del 36enne. Questi alcuni degli ultimi, toccanti post scritti da Simone sul suo profilo Facebook: «24 settembre. Da domani mi vado a fare una bella vacanza in ospedale per una batteria di esami di controllo e speriamo solo quelli!».
27 settembre: «Dall’Usl con furore mi scasso le p… con ardore in un magnifico albergo Cinque Stalle in via Settembrini. Il cibo è a tratti passabile, i letti si sgonfiano e ci sono due o tre infermiere che tuonano, però preferisco sempre casa mia, mi dispiace per le infermiere. Comunque non perdo la speranza e chissà che prima della fine del ricovero non faccia conquiste… illuso?».
Domani alle 20,30 nella chiesa di Viserba Monte sarà recitato il rosario. I funerali nella stessa chiesa sabato alle 10.

Resto del Carlino