La Polizia Provinciale ha il via libera per l’utilizzo di munizioni non letali, nello specifico proiettili di gomma, come misura di dissuasione contro i lupi che si avvicinano pericolosamente ai centri abitati. È questa la strategia difensiva, ancora mai attuata per mancanza di occasioni propizie, illustrata dai responsabili del settore faunistico regionale nel contesto dell’ultimo monitoraggio sulla presenza della specie nel territorio riminese.
A chiarire i termini dell’intervento è stato – sulle pagine de Il Resto del Carlino – Pier Claudio Arrigoni, responsabile regionale per caccia e pesca nella provincia di Rimini. Gli agenti sono formalmente autorizzati a sparare questi particolari bossoli con l’unico scopo di spaventare gli animali e allontanarli, senza ferirli gravemente. Tuttavia, l’applicazione pratica di questa misura si scontra con la realtà etologica del predatore: avvistare un lupo a una distanza sufficientemente ravvicinata per poter utilizzare efficacemente i proiettili di gomma resta un evento estremamente raro.
L’attenzione sull’uso della forza dissuasiva arriva parallelamente alla diffusione dei nuovi dati sulla popolazione dei lupi. Smentendo le voci che parlavano di centinaia di capi, il monitoraggio avviato nelle scorse settimane stima la presenza di circa 80 o 90 esemplari in tutta la provincia. La struttura sociale è ben definita: la maggior parte degli animali è organizzata in almeno dodici branchi, composti mediamente da 5 o 6 unità, stanziali nelle zone della Valconca e della Valmarecchia.
Le criticità maggiori, come i recenti attacchi agli animali domestici registrati a Vergiano, Spadarolo e Corpolò, sarebbero invece imputabili a 4 o 5 piccoli gruppi in dispersione. Si tratta di esemplari allontanati dai branchi originari che vagano alla ricerca di nuovi territori, finendo per avvicinarsi alle zone antropizzate. Per mitigare i rischi, le autorità ribadiscono la necessità di non lasciare cibo o rifiuti organici all’esterno e di custodire gli animali domestici in casa, specialmente di notte.
Sul fronte politico e sociale, il dibattito resta acceso. Di fronte alle richieste di abbattimento avanzate da più parti, si levano le voci contrarie degli ambientalisti. I Verdi sollecitano maggiori investimenti in prevenzione, indennizzi rapidi per gli allevatori e campagne informative, respingendo l’idea delle uccisioni. Una linea condivisa anche da Matteo Angelini, consigliere comunale del Movimento 3V, che invita a non colpevolizzare gli animali costretti a muoversi in ambienti ostili a causa della pressione antropica.












