Uno strumento contro “l’uso indiscriminato della denuncia” nei confronti di eletti o amministratori e, quindi, contro “l’automatico avviso di garanzia sparato come un missile”. Da Rimini la pentastellata Carla Franchini, ex consigliere comunale, approva la scelta del e l’ok al codice etico del Movimento, con le norme sui casi di coinvolgimento in vicende giudiziarie. Giunto però un pò in ritardo. Franchini infatti, in seguito a una denuncia presentata in Procura dal gruppo di opposizione in Comune a Coriano dove lavora, alcuni mesi fa fu automaticamente indagata e, per via del regolamento interno al M5s, ritenne opportuno rinunciare alla candidatura a sindaco a Rimini. Poco tempo dopo la Procura di Rimini archiviò la questione, “vista- rimarca Franchini- l’infondatezza delle accuse. Ma tanto bastò per impedirmi di correre alla guida della mia città”. L’ex consigliere informo” i vertici del Movimento, “puntualizzando- fa sapere- che forse sarebbe stato meglio rivedere quelle regole così rigide che, in futuro, qualche navigato politico avrebbe potuto strumentalizzare a colpi di denunce ed esposti in Procura”. Questa intuizione si è concretizzata, “anche se in ritardo”, con il nuovo codice etico. Franchini ricorda anche il caso del sindaco di Roma, Virginia Raggi, “messa sulla graticola, addirittura, per un eventuale, futuro, ipotetico, avviso di garanzia, che nessuno, però, ha ancora visto o letto”. In Italia, prosegue, per chi fa politica “compiere un reato, rischia di diventare fisiologico in questo marasma di leggi, leggine, norme e codicilli”. E a rischiare di piu” sono proprio i sindaci. Il Movimento lo ha capito: “Il potere costituito, quello che da sempre governa la cosa pubblica per farci fuori politicamente era pronto a partire proprio da li”, dall”uso indiscriminato della denuncia nei confronti dei nostri eletti o amministratori e, quindi, dell”automatico avviso di garanzia sparato come un missile”. Ora, anche se in ritardo, c”e” il codice etico e “i partiti dovranno cambiare tattica”. (Som/ Dire)
