Rimini. Manifesto “anti gender”, la Giunta approva il diniego all’affissione negli spazi pubblici

La Giunta comunale di Rimini nella seduta odierna ha dato il voto favorevole al diniego all’affissione di cento manifesti, richiesta dall’associazione Pro Vita & Famiglia Onlus, per conto anche dell’associazione culturale San Michele Arcangelo, volti alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica contro l’ideologia gender e in particolare contro il trattamento di tali argomenti nelle scuole.

Il manifesto “anti gender” oggetto del diniego all’affissione negli spazi pubblici riporta il volto di un adolescente a rappresentare la campagna “Mio Figlio No – Scuole Libere dal Gender” del movimento nazionale nato per contrastare “l’ideologia gender”.

Il provvedimento deriva da un messaggio che coinvolge in maniera diretta anche bambini ed adolescenti, tentando di sensibilizzarli su temi di interesse sociale, ritenuto “non rispettoso della dignità della persona in tutte le sue forme ed espressioni, anche in riferimento al sito internet, al quale si accede scansionando il codice QR presente sul manifesto, che riporta comunicazioni oggettivamente non veritiere e suscettibili di fomentarne l’ostilità e di condizionarne il pensiero in modo fuorviante ed ingannevole, nonché discriminatorio con riferimento all’identità di genere” e nel quale si parla di una vera e propria “lotta” o “battaglia” contro l’ideologia gender nelle scuole e dove sono presenti numerosi riferimenti, spesso fuorvianti, tali da poter generare incomprensioni, tensioni e sfiducia nei confronti delle istituzioni scolastiche.

Il manifesto risulta essere anche in contrasto «con le disposizioni di legge e del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale non evitando ogni forma di discriminazione, compresa quella di genere”, tale pertanto da presentare gli elementi previsti dal regolamento comunale per la disciplina degli impianti di pubblicità che vieta l’affissione di manifesti che non osservano le disposizioni previste dal codice di autodisciplina contro ogni forma di discriminazione, contro la comunicazione ingannevole, anche per mezzo di ambiguità o esagerazioni, con particolare riguardo ai messaggi che si rivolgono ai bambini, intesi come minori fino a 12 anni e agli adolescenti.

Il diniego all’affissione tiene conto anche di quanto espresso dal TAR Emilia Romagna con sentenza n. 845/2022 e poi dal Consiglio di Stato con sentenza n. 362/2025, in merito al rigetto del ricorso presentato dall’Associazione ProVita e Famiglia Onlus contro un precedente provvedimento di diniego all’affissione emesso dal Comune di Rimini, con particolare riferimento alla competenza e alle motivazioni. Sul primo punto la sentenza riconosce la competenza della Giunta comunale all’adozione di atti di indirizzo rispetto alla concreta gestione amministrativa, finanziaria e tecnica demandata ai dirigenti ed è riconosciuta all’Amministrazione comunale la facoltà di esercitare forme di controllo contenutistico al fine di rendere effettivo il divieto normativo della diffusione di determinate forme pubblicitarie. Più in generale la sentenza del Tar dell’Emilia Romagna evidenzia come “L’esplicazione della libertà di espressione del pensiero non è da intendersi illimitata e assolutamente non controllata, specie quella che si avvale del mezzo pubblicitario, idoneo a raggiungere numerosi ed indifferenziati destinatari di una determinata comunità territoriale, non incontra solo i limiti della violenza e dell’aggressività verbale, come sostenuto dall’associazione che aveva presentato ricorso, ma anche della “continenza espressiva” dei contenuti, nel rispetto della normativa nonché dei principi di prudenza e precauzione volti ad evitare impatti sulla sensibilità dei fruitori del messaggio e a garantirne la chiara corrispondenza al vero”.

Comune di Rimini