Una serata che Manuel Asioli non dimenticherà. Doveva essere un momento di condivisione e possibilmente di festa. Invece il raduno dei tifosi bianconeri in Piazza San Carlo a Torino davanti al maxi-schermo per assistere alla finale di Champions League poteva trasformarsi in un’ennesima tragedia. Attimi di terrore e panico che hanno convinto Manuel a non partecipare più per ora ad eventi all’aperto.
Un’altra notte tragica come il 29 maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles. Un’altra finale una partita posticipata di due ore e poi disputata per motivi di ordine pubblico malgrado la morte di 39 tifosi uccisi dalla furia degli hooligans inglesi supporters del Liverpool. Un’altra importante pagina della storia calcistica del club più titolato d’Italia macchiata dalla follia di qualcuno.
“Sono scampato alla morte”. Questo il racconto del 28enne riminese uno dei 1527 feriti di sabato 3 giugno. “Ero al centro della piazza quando la folla improvvisamente si è agitata in massa facendomi cadere”. Asioli non si è subito accorto della ferita al ginocchio destro trascinato nel vortice del fuggi-fuggi generale. “Alla fine una delle piazze più belle del nostro paese sembrava un campo di battaglia con transenne rovesciate, cocci di bottiglia, zaini, indumenti, scarpe disperse sul terreno, persone stese a terra”.
Salvatore Occhiuto