Rimini. Marzio Pecci:«Voi datemi fiducia, io manderò a casa Gnassi»

pecci«DOPO BELLARIA e Riccione, il centrodestra è pronto a espugnare anche Rimini. Stavolta possiamo mandare a casa Gnassi, forse già al primo turno». Marzio Pecci si presenta così, parlando da candidato in pectore, anche se sa di essere per ora solo l’uomo su cui punta la Lega Nord, e non l’intero centrodestra. Una fuga in avanti quella del Carroccio, che ha indispettito non poco gli alleati. Eppure l’avvocato, già candidato sindaco a Riccione nel 2004 per FI e Lega, è convinto che «l’accordo sia possibile. Vedrete che alla fine troveremo la quadratura del cerchio».
L’annuncio della sua candidatura da parte della Lega, a giudicare dalle reazioni di Forza Italia e Fratelli d’Italia, rischia di mettere a repentaglio l’alleanza,
«No, non credo. E’ vero che restano da fare alcuni passaggi importanti, e questi spettano alle varie segreterie. Ma non dimentichiamoci che è la Lega in questo momento (visti i numeri) che ha il compito di aggregare le altre forze politiche di centrodestra a Rimini. Una volta fatto l’accordo, lavoreremo sul programma e il mio contributo sarà fondamentale».
Sempre che l’accordo si faccia…
«Io penso proprio di sì. Rimini ha bisogno di una coalizione ampia e forte di centrodestra, per riuscire a battere una sinistra che gestisce la città, male, da troppi anni. Se il centrodestra si compatta, secondo me, può avere la chance di vincere al primo turno».
Non dimentica i grillini?
«Se restiamo uniti siamo più forti del M5s e di Gnassi. Diciamo la verità: la coalizione di centrodestra che si presentò alle urne a Rimini nel 2011 non ha voluto vincere. Rispetto ad allora oggi ci sono uomini e condizioni diverse».
Lei ha un passato da socialista, è stato in Forza Italia, ora milita nella Lega Nord…
«Ho fatto molta esperienza in politica, ma oggi la Lega esprime una freschezza e una vitalità che nessuna delle altre forze politiche ha. E lo vediamo anche a Rimini: la Lega è un partito attivo, con iniziative sul territorio, tanti militanti».
A proposito di territorio: gli alleati storcono il naso per il fatto che la Lega punti su un candidato come lei che non è nemmeno riminese.
«Il tema della riminesità è inutile. Tutta la mia vita lavorativa è a Rimini. Ho sempre avuto lo studio a Rimini, prima vicino al Duomo, e ora al ‘Flaminio’ a due passi dal tribunale. Conosco questa città come le mie tasche, e so quali sono i problemi principali. A partire dalla sicurezza, che sarà uno dei nostri cavalli di battaglia. In ogni caso, io sono riccionese di nascita, in questo momento vivo a Pesaro ma ho casa anche a Riccione. Che differenza fa?».
Per qualcuno molta.
«Non la penso così. Credo di sapere bene di cosa ha bisogno Rimini. Che deve diventare più sicura, per i riminesi e per i turisti. E che deve tornare a essere la capitale del turismo che è stata. Rimini è un marchio da valorizzare, una città che ha tante potenzialità non ancora sfruttate. E’ questa la nostra sfida, ed la più riminese che ci sia».

Resto del Carlino