Rimini. Maurizio Bellini, 74 storico ristoratore riminese si è tolto la vita all’interno del ”PIC NIC”

Pic-Nic-Maurizio-02Ha scelto di morire nel locale che era a sua immagine e somiglianza, dentro quel ristorante che è la storia di Rimini. Maurizio Bellini, 74 anni, si è tolto la vita ieri mattina all’interno del ‘Pic Nic’. Si è impiccato con una tovaglia al soppalco, e così l’ha trovato il socio e ‘fratello’, Roberto La Maida, che non riesce a riprendersi dallo choc. Il dolore verrà subito dopo. I carabinieri non hanno trovato biglietti, nessun messaggio che spieghi il perchè. Si possono solo fare ipotesi, e la prima è quella dei problemi finanziari che non avevano risparmiato nemmeno lui e che, dicono, gli avevano tolto quel sorriso pieno di ironia e leggerezza con cui tutti lo ricorderanno. Dalla ricostruzione fatta dai militari, Bellini è uscito ieri mattina di casa, anche se era il giorno di chiusura del ristorante aveva appuntamento con il socio per fare il punto sul locale, come sempre. La Maida è arrivato verso le 9,30, e ha trovato la porta d’ingresso chiusa dall’interno. Strano, ha pensato, mentre si avviava verso l’entrata secondaria. Arrivato nell’ingresso, ha trovato il corpo.
In pochi minuti la notizia fa il giro della città. Incredulità, sgomento, commozione e dolore. Rimini è in lutto. «Non ci credo, ma è vero che Maurizio si è ammazzato?» In via Tempio Malatestiano capannelli di persone che commentano a bassa voce la notizia della tragedia. Davanti al Pic Nic, oltre a cronisti e cineoperatori, ci sono i carabinieri, e tante persone in lacrime. I due figli di Maurizio Bellini se ne vanno, distrutti dal dolore, senza parlare. «Era qui dal ‘65, non posso credere che non lo vedremo più», sussurra un uomo. «E’ come se fosse caduto l’Arco d’Augusto», dice tra le lacrime una donna. «Per me era come un babbo, una persona straordinaria. E poi trovate pure chi non fa errori nella sua vita». All’ingresso del ristorante sono affissi due cartelli, che stridono dolorosamente. In uno c’è scritto ‘Cinquant’anni di delizie’, a sottolineare il mezzo secolo di storia del locale. Un altro, più piccolo, recita un drammatico ‘Chiuso per lutto’. In via Tempio Malatestiano è un continuo andirivieni di persone che chiedono notizie, soprattutto la conferma della tragedia: «Ma allora è vero?» Verso mezzogiorno esce dalla porta principale Roberto La Maida. Viene sorretto dalla figlia. «Non è il giorno delle parole per mio babbo», dice gentilmente. «L’ha trovato lui, avevano un appuntamento – racconta la figlia – l’ha visto in ‘quel modo’. Era entrato dal giardino, perché la porta d’ingresso era rimasta chiusa dall’interno. Ha chiamato me e i carabinieri. E’ stato bravo mio babbo, potete immaginare la situazione. Erano grandi amici dacinquant’anni con Maurizio, altrimenti non avrebbero mantenuto questa attività insieme». Fuma una sigaretta dopo l’altro, Roberto, ‘Bertino’ per gli amici. (…) Il Resto del Carlino