Assolti, perchè il fatto non sussiste, i vertici della Fondazione Meeting, finiti alla sbarra con l’accusa di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubblico. Un anno di carcere era invece la richiesta fatta dal pubblico ministero per l’allora direttore generale della Fondazione, Sandro Ricci, il direttore amministrativo, Roberto Gambuti, e il commercialista, Massimo Conti.
La ‘bomba’ era scoppiata nel dicembre del 2012, quando la Guardia di finanza era andata a sequestrare la palazzina che ospita la sede dell’Associazione. L’epilogo di un’inchiesta sull’erogazione di contributi pubblici a cui, secondo gli inquirenti, non avevano diritto. L’indagine di routine si era allargata quando i finanzieri avevano esaminato il contratto con una società, poi risultata una controllata della Fondazione, legata all’erogazione di 310mila euro di contributi, ottenuti da Regione Emilia Romagna, Agenzia Marketing turistico della riviera di Rimini (ente della Provincia), Camera di Commercio e ministero dei Beni Culturali. Secondo gli inquirenti, per ottenere quei contributi i vertici avevano allegato alla richiesta bilanci e rendiconti che riportavano false perdite, riuscendo a ottenere così i 310mila euro che diversamente non sarebbero stati erogati. Gli imputati, difesi da Cesare e Roberto Brancaleoni e da Sergio De Sio, si erano sempre detti estranei alle accuse e pronti a dimostrare, carte alla mano, che non avevano fatto niente del genere. E ieri il giudice ha chiuso il processo con un’assoluzione. Il Resto del Carlino
