IL CICLONE di Banca Marche ha finito per travolgere anche centinaia di riminesi. Anzi, secondo le stime fatte in queste ore dall’associazione degli azionisti privati dell’istituto di credito, sono almeno un migliaio i riminesi a possedere azioni di Banca Marche. Titolo che, dopo il decreto ‘salva-banche’ varato dal governo Renzi per i quattro istituti sull’orlo del baratro (Etruria, Carife e Cassa di risparmio di Chieti, oltre alla stessa Banca Marche) «valgono meno di zero, sono carta straccia – sottolinea Bruno Stronati, il presidente dell’associazione degli azionisti – E anche a Rimini, purtroppo, in tanti avevano acquistato tanto le azioni quanto le obbligazioni subordinate della banca». Stronati ricorda che «nella provincia di Rimini sono presenti una decina di filiali». La maggior parte si trova nell’alta Valmarecchia, ma alcune filiali sono presenti anche a Rimini, Riccione e Cattolica. «E sono diversi i risparmiatori della provincia di Rimini che chiamano in questi giorni i nostri uffici, per sapere come muoversi». Dei 43mila azionisti dell’istituto marchigiano, «considerando il fatto che in ogni filiale di Banca Marche la politica portata avanti per le azioni e le obbligazioni era la medesima, noi stimiamo che possano essere almeno un migliaio, forse di più, i riminesi che possiedono azioni. E dalle telefonate che ci stanno arrivando, è una stima più che verosimile. Anzi, forse sono di più». Proprio per capire meglio la situazione e avviare le azioni a tutela dei tanti che rischiano di perdere i risparmi di una vita, la Federconsumatori Rimini organizzerà un’assemblea pubblica a Novafeltria il 21 dicembre. «Ci aspettiamo una partecipazione importante – confermano dagli uffici di Federconsumatori – visto che non passa un solo giorno in cui non riceviamo telefonate di risparmiatori disperati». E se gli azionisti di Banca Marche sono già sul piede di guerra, anche nelle altre banche riminesi si è scatenata la psicosi di alcuni clienti, che temono di veder persi i loro investimenti in titoli e obbligazioni. In vari sportelli della provincia in questi giorni si sono presentate diverse persone decise a far chiarezza sui loro risparmi. «Vengono, chiedono, vogliono rivedere i contratti – conferma il direttore della Banca Valconca Luigi Sartoni – Noi stiamo rassicurando tutti: non abbiamo mai venduto obbligazioni subordinate o altri titoli spazzatura».
Resto del Carlino