Le scatole nere potrebbero chiarire se si è trattato di un attentato o di un guasto. Ma la tragedia dell’Airbus della Egyptair precipitato durante il volo da Parigi al Cairo, ha riaperto inevitabilmente il tema della sicurezza negli scali. E per il ‘Fellini’, che è un aeroporto internazionale e opera numerosi voli da e per la Russia, dichiarati sensibili dopo l’aereo caduto sul Sinai in un attentato, la questione non è certo di poca rilevanza.
Lo scalo riminese attualmente può disporre (sulla carta) di 46 agenti della Polaria, la polizia aeroportuale. Non sono molti, ma soprattutto, di quei 46 a disposizione, gli agenti effettivamente in servizio sono meno. E’ il sabato, il giorno con il maggior numero di voli, quello con più agenti: almeno 26-27 complessivamente (divisi per i vari turni, dalle 7 del mattino fino a mezzanotte). Ne servirebbero di più, e il questore Maurizio Improta, nonostante la carenza cronica di organici, sta cercando di rafforzare gli uomini al ‘Fellini’. Manca completamente però un’unità cinofila e non esiste un reparto artificieri. In realtà, sono pochissimi gli aeroporti in Italia che possono disporre anche di questi reparti. Insomma, il ‘Fellini’ da questo punto non è meno sguarnito di molti altri scali. Per quanto riguarda le misure di sicurezza che toccano al gestore, ancora oggi il ‘Fellini’ dispone al suo interno di poche telecamere. Le compagnie hanno più volte sollecitato, anche ai tempi di Aeradria, un rafforzamento della videosorveglianza, in particolare nella zona del check-in. Manca poi completamente una sala operativa per la gestione della sicurezza (è la cosiddetta control room). Anche in questo caso però, va detto, sono pochi gli aeroporti italiani ad averla.
IL ‘FELLINI’ al momento non ha neppure un bodyscanner, ritenuto sempre più utile all’interno degli scali. Con l’ingresso di Airiminum, in compenso, è stata migliorata la situazione della sicurezza nel parcheggio esterno davanti allo scalo, e sono state prese anche altre iniziative per migliorare il controllo nei varchi. Ma resta ancora molto da fare. Lo sa bene anche Airiminum, che nei mesi scorsi ha inviato a Enac un documento sulle carenze dell’aeroporto in materia di sicurezza. Il presidente Laura Fincato e i soci di Airiminum, ora che è stata ottenuta definitivamente la concessione per 30 anni, hanno le idee chiare e stanno pensando a vari investimenti per rafforzare il livello di sicurezza dentro l’aeroporto. Uscendo dall’aerostazione, restano i problemi nelle aree esterne del ‘Fellini’. Come abbiamo documentato mesi fa, la recinzione perimetrale è rotta o comunque danneggiata in varie parti, e in molte zone è facilmente scavalcabile. Alcuni cancelli sono vecchi e facile da forzare, così come i lucchetti che li chiudono. Va detto che il controllo delle varie esterne del ‘Fellini’ da parte dei militari (che detengono ancora numerose strutture all’interno dello scalo), è altissimo. Il Resto del Carlino
Lo scalo riminese attualmente può disporre (sulla carta) di 46 agenti della Polaria, la polizia aeroportuale. Non sono molti, ma soprattutto, di quei 46 a disposizione, gli agenti effettivamente in servizio sono meno. E’ il sabato, il giorno con il maggior numero di voli, quello con più agenti: almeno 26-27 complessivamente (divisi per i vari turni, dalle 7 del mattino fino a mezzanotte). Ne servirebbero di più, e il questore Maurizio Improta, nonostante la carenza cronica di organici, sta cercando di rafforzare gli uomini al ‘Fellini’. Manca completamente però un’unità cinofila e non esiste un reparto artificieri. In realtà, sono pochissimi gli aeroporti in Italia che possono disporre anche di questi reparti. Insomma, il ‘Fellini’ da questo punto non è meno sguarnito di molti altri scali. Per quanto riguarda le misure di sicurezza che toccano al gestore, ancora oggi il ‘Fellini’ dispone al suo interno di poche telecamere. Le compagnie hanno più volte sollecitato, anche ai tempi di Aeradria, un rafforzamento della videosorveglianza, in particolare nella zona del check-in. Manca poi completamente una sala operativa per la gestione della sicurezza (è la cosiddetta control room). Anche in questo caso però, va detto, sono pochi gli aeroporti italiani ad averla.
IL ‘FELLINI’ al momento non ha neppure un bodyscanner, ritenuto sempre più utile all’interno degli scali. Con l’ingresso di Airiminum, in compenso, è stata migliorata la situazione della sicurezza nel parcheggio esterno davanti allo scalo, e sono state prese anche altre iniziative per migliorare il controllo nei varchi. Ma resta ancora molto da fare. Lo sa bene anche Airiminum, che nei mesi scorsi ha inviato a Enac un documento sulle carenze dell’aeroporto in materia di sicurezza. Il presidente Laura Fincato e i soci di Airiminum, ora che è stata ottenuta definitivamente la concessione per 30 anni, hanno le idee chiare e stanno pensando a vari investimenti per rafforzare il livello di sicurezza dentro l’aeroporto. Uscendo dall’aerostazione, restano i problemi nelle aree esterne del ‘Fellini’. Come abbiamo documentato mesi fa, la recinzione perimetrale è rotta o comunque danneggiata in varie parti, e in molte zone è facilmente scavalcabile. Alcuni cancelli sono vecchi e facile da forzare, così come i lucchetti che li chiudono. Va detto che il controllo delle varie esterne del ‘Fellini’ da parte dei militari (che detengono ancora numerose strutture all’interno dello scalo), è altissimo. Il Resto del Carlino