Al telefono col pronto soccorso di Forlì la donna, disperata, grida che la figlia «non respira più». Due ambulanze sono in quella casa in pochi minuti. Il medico pratica ad Aurora, due mesi e 13 giorni di vita, un «intervento di rianimazione». Poi la neonata viene trasportata al pronto soccorso dell’ospedale di Vecchiazzano. Poco dopo i sanitari firmano il certificato di decesso. È il 10 dicembre scorso.
Cosìè successo quella mattina? E nelle settimane precedenti? Un’inchiesta della procura di Forlì, coordinata dal pm Lucia Spirito, cercherà una risposta. Cinque i medici indagati, accusati di omicidio colposo: Enrico Valletta, primario di Pediatria di Forlì, Pasqualina Cocchia, medico del pronto soccorso di Forlì; Marianna Fabi, pediatra di Bologna; Chiara Zecca e Miria Natile, del dipartimento materno infantile di Rimini.
Aurora ha problemi di respirazione subito, alla nascita, il 27 settembre, all’ospedale di Rimini. I medici rassicurano i genitori: si tratta di un parto trigemellare. Contesto sempre difficile. Delicato. Aurora è l’ultima a venire al mondo. Date le difficoltà, i sanitari programmano un percorso di cure. Anche con uno specialista di Bologna. La piccola nel frattempo torna a casa, a Forlì, con mamma, papà e sorelline (più un altro figlio più grande). La mattina del 10 la mamma allatta Aurora e la adagia sul lettino. Poi la tragedia.
Che crea un abisso di dolore nei genitori di Aurora: perché hanno potuto abbracciare la piccola solo per 2 mesi e 13 giorni? Snodo capitale dell’indagine, l’autopsia al corpicino della bimba, eseguita dal medico legale Donatella Fedeli e dall’esperta in neonatologia Maria Serenella Pignotti di Firenze. Presenti all’esame, i difensori dei cinque indagati (Ciriaco Rossi, Max Starni e Piero Venturi), che hanno a loro volta nominato periti di parte (i genitori sono assistiti da Giovanni Guidi). I risultati dell’autopsia non saranno pronti prima di sessanta giorni.
Secondo quanto trapela da fonti investigative, Enrico Valletta, primario di pediatria di Forlì, è indagato per le visite svolte dopo la nascita di Aurora, su delega dell’ospedale riminese; i medici riminesi sono sotto inchiesta sia per le cure svolte ad Aurora sia per le modalità con cui hanno disposto la dimissione della piccola, a metà novembre; da appurare anche l’operato della specialista bolognese. Infine, si chiedono gli investigatori: Aurora poteva essere salvata la mattina del 10? Il Resto del Carlino
