«Meno dieci, nove, otto, sette, sei…». Luca e il suo compagno si scambiano un bacio appassionato, poi allo scoccare dello «zero» si mettono in fila col gruppo. Ecco, è arrivato il momento di marciare in strada, di far capire ai passanti incuriositi e alle signore appena salite dalla spiaggia che «noi abbiamo il diritto di essere quello che siamo». Sono le 19 e 40 quando Luca, Marco, Mila e gli altri da piazzale Kennedy danno il via al primo Rimini summer pride, sfilando sul lungomare. E’ qualcosa che non si era mai visto a Rimini, quello di ieri. Un corteo di 5mila persone, forse di più (ma secondo la Questura sono la metà) avvolto da bandiere arcobaleno, cartelli e striscioni. «Questa è una data storica per la città, da segnare sul calendario», osserva orgoglioso Marco Tonti, il presidente dell’Arcigay riminese, la camicia biancia spruzzata di rosa, mentre si fionda da una parte all’altra della strada a impartire gli ultimi ordini ai suoi…
Ma è davvero difficile dare un ordine alla colorata parata della comunità omosessuale. Ci sono i carri (sette) con la musica a tutto volume e i risciò. Ci sono le ballerine sudamericane e gli artisti travestiti arrivati direttamente da Ibiza con la festa ‘La Troya’, il party più trasgressivo dell’isola. In testa al corteo con Tonti e Mila Fumini, una delle menti di questo Rimini summer pride, si schierano gli assessori Emma Petitti e Mattia Morolli, poi appaiono anche il segretario Pd Juri Magrini e Jamil Sadegholvaad. Nelle prime file lo spazio è tutto riservato alle famiglie ‘arcobaleno’, le coppie omosessuali con i figli al seguito, orgogliose di far vedere agli altri che «siamo come voi». E poi il Cassero (il comitato della comunità gay di Bologna), attivisti di Casa Madiba, della Cgil, dell’Anpi e di tante altre associazioni. Tutt’intorno al corteo, e anche nelle strade secondarie, un imponente schieramento di polizia, carabineri, vigili e guardia di finanza. Sono oltre 200 uomini, alcuni appostati sui tetti, altri addirittura in mare sulle motovedette, molti in tenuta antisommossa. Si vuole evitare il rischio di attentati e incidenti. E poi in piazzale Fellini c’è il presidio, annunciato (e autorizzato) di Forza Nuova. Davanti alla fontana dei quattro cavalli si radunano una cinquantina di militanti dell’estrema destra, ‘armati’ solo di megafono e striscioni stavolta. Ma le due manifestazioni non entrano mai in contatto. Fila tutto liscio fino al porto, con migliaia di persone a seguire dalla spiaggia e dal marciapiede il corteo, che poi torna in piazzale Fellini per il concerto e gli interventi sul palco.
E sul palco sale anche il sindaco Andrea Gnassi. «Da oggi (ieri, ndr) Rimini è una città più civile, più moderna, più europea. Ho visto tante persone sfilare, non solo omosessuali ma anche famiglie etero, ragazzi, rappresentanti di associazioni. Questa è una festa del diritto ad avere più diritti, per tutti». E Marco Tonti, tracciando un primo bilancio, non ha dubbi. «Rimini non poteva accoglierci meglio. I tanti che hanno assistito alla manifestazione ci hanno sorriso e incoraggiato, nessuno ci ha insultato. Noi andremo avanti, questo è soltanto l’inizio». Il Resto del Carlino
