«NON HO nessuna intenzione di difendere la categoria, ma anche i genitori non sono esenti da colpe». Mauro Cevoli il procuratore di calciatori lo fa per professione ormai da diversi anni. Viserbese, 38enne, Cevoli non si sorprende quando legge la storia del portiere sammarinese Elia Benedettini. La promessa di un contratto nella Liga spagnola e 3.500 euro chiesti al padre per organizzare la trasferta che vale un sogno. Promessa mai mantenuta, seguita da una denuncia al finto procuratore. «Purtroppo in questi ultimi anni – dice Cevoli – complice anche la crisi, nel nostro settore è sempre più difficile lavorare. Basti pensare che all’albo degli intermediari sono iscritte oltre mille persone. Ma, in realtà, a lavorare non siamo in più di una cinquantina. Di millantatori ce ne sono tanti, anzi tantissimi. Bisogna stare attenti». Da una parte ci sono i millantatori, dall’altra molto spesso ci sono genitori che sono disposti ad aprire il portafogli pur di far indossare al proprio figlio divisa e scarpe con i tacchetti. «Non conosco il caso e sicuramente il padre in questione non è di questa categoria – dice il procuratore viserbese – ma credete, in giro ci sono tanti genitori che pensano di aiutare i propri figli a suon di euro. Di situazioni del genere ce ne sono centinaia ogni giorno, inutile nasconderlo. Alla mia porta sono venuti a bussare in tanti negli ultimi anni». Quello che racconta Cevoli è un malcostume del calcio di casa nostra che in molti vorrebbero anche far passare come un fatto normale. «Normale proprio non è. Basta rifiutare e respingere al mittente. Molti procuratori non lo fanno, ma neanche molti presidenti e dirigenti di società si tirano indietro. La cosa più brutta è che questo succede anche il calcio dei ‘piccoli’, nei settori giovanili». Tutto sembra avere un prezzo. «Per chi cerca di fare il proprio lavoro in maniera onesta tutto sta diventato troppo complicato – è la constatazione amara di Cevoli – E’ un gioco al massacro nel quale ad avere la meglio è quasi sempre chi si comporta peggio. Per questo non ho più in procura nessun giocatore italiano. Faccio da intermediario per portare in Italia giocatori africani. Mi dà soddisfazione scoprire qualche talento e ho meno a che fare con genitori insistenti».
Resto del Carlino