Rimini. «Nessuna guerra tra bande, ma servono altre telecamere»

rissa-1SUGLI ultimi episodi di violenza nel centro storico interviene il questore di Rimini, Maurizio Improta, il quale annuncia nuovi servizi di controllo del quadrilatero cuore della città, alcuni dei quali già partiti altri in programma.
Coltellate e aggressioni dicono siano legate a una guerra tra bande di magrebini. E così?
«Non credo che sia in corso una guerra tra spacciatori per spartirsi il territorio. Se ci fosse veramente, sarebbe molto più silenziosa, non correrebbero il rischio di attirare l’attenzione. Sulla lite del 5 ottobre scorso in via Sigismondo stiamo facendo attività investigativa, ma mi sentirei di escludere che si tratti di una lotta tra fazioni».
La notte di giovedì c’è stato un altro accoltellamento.
«Su quella non abbiamo testimoni, sappiamo solo quello che racconta il ferito. Ed è una versione a cui credono in pochi».
Perchè commercianti e residenti hanno percezione di un centro insicuro?
«La paura è un fatto umano, e non mi stancherò mai di ripetere che se qualcosa o qualcuno desta sospetto non devono farsi scrupoli a chiamare polizia o carabinieri. Ma sia chiaro, la sicurezza va comunque delegata allo Stato, non servono iniziative per cavalcare politicamente fatti di cronaca (vedi Forza Nuova, ndr). Voglio ricordare però che certi episodi si sono verificati dopo le 3-4 del mattino, che nelle cantinette non ci sono stati problemi, nessuna ragazza è stata molestata o aggredita. Io vivo la città, non faccio il pendolare, giro e ossservo. Il disagio delle quattro del mattino non si vive al mattino o al pomeriggio e nemmeno dutante la serata. Fermo restando questo, stiamo comunque pianificando altri interventi».
Ad esempio?
«I controlli insieme a finanza, polizia municipale e cani antidroga verranno effettuati nel centro storico tre volte la settimana, abbiamo messo in campo tutte le forze a disposizione. Con il Comune stiamo inoltre rivedendo in questi giorni il sistema di videosorveglianza, ne ho già parlato con il sindaco. Siamo discutendo la possibilitù di monitorare zone per noi ancora cieche, così da avere un quadro in diretta delle presenze e valutare in tempo reale la necessità di un intervento. Noi ci siamo, anche se spesso non ci vedono, e ci saremo sempre di più.
Troppo spesso i portici del comune sono pieni di ubriachi e senzatetto.
«Questo è un degrado sociale contro cui le forze dell’ordine possono fare ben poco. A volte basta la richiesta di una sigaretta per accendere una miccia. Li controlliamo quasi quotidianamente, ma la legge non ci dà strumenti per andare oltre. Non siamo noi che dobbiamo fare fronte al problema di sbandati e alcolisti, ma anche questo entrerà nel tavolo delle strategie. Ma a Rimini francamente mi occuperei di altro».
E cioè?
«Stiamo lavorando molto anche sull’analisi dell’economia, sulla ‘contaminazione’ di presenze per così dire non regolari».
Stiamo parlando di criminalità organizzata?
«Diciamo che insieme alla Guardia di finanza stiamo approfondendo la consistenza di alcuni patrimoni, le cessioni di frabbricati e di quote societarie, soprattutto nella fase di passaggio da una stagione all’altra. Questa è una provincia molto ricca, non dimentichiamolo. E’ certi ‘fatti’ non si vedono».