Rimini. «No alle case per i nomadi coi nostri soldi». Nasce il maxi comitato contro le nuove aree

«Perché devono essere tutti i riminesi a pagare per le aree destinate ai nomadi che abitano in via Islanda? Se loro lavorano, pagano le tasse e sono regolarmente residenti a Rimini, come ripete l’amministrazione da mesi, allora possono acquistare da soli le case prefabbricate. O fare richiesta per un alloggio popolare come tutte le altre famiglie». Non è una questione di razzismo, ripetono i residenti che si sono incontrati domenica sera al bar Gigi, «ma di equità».

Per questo il comitato dei residenti della Gaiofana è pronto a fare le barricate, insieme a quelli degli altri quartieri dove sono destinate le famiglie Sinti del campo di via Islanda. Tra l’altro Gaiofana è tutt’altro che ‘esclusa’ dalla questione: due delle aree che sono state individuate per ricollocare i nomadi, in via Arno e in via Montepulciano, sono molto vicine al quartiere. In un primo tempo il Comune voleva mettere alcune famiglie in via Maceri, ma poi il progetto è stato accantonato appena i residenti che abitano nella zona di Gaiofana (così come quelli della Grotta rossa) si sono ribellati contro l’ipotesi a colpi di petizioni e proteste. Ora sono altre le zone a insorgere. «Per questo motivo – spiegano Maddalena Mazzochitti e Leonardo Pistillo, due dei residenti presenti all’incontro di domenica – vogliamo fare fronte comune insieme a tutti gli altri comitati che si sono formati a Rimini sulla questione delle nuove aree per i nomadi».

Una delle zone dove si registra il maggiore malcontento è quella di Villaggio primo maggio. Stasera ci sarà un incontro indetto dai residenti, presso la sala del quartiere in via Bidente, per parlare dell’ipotesi del Comune di trasferire una o due famiglie in via Arno. Sarà una riunione calda, alla quale prenderanno parte anche diversi consiglieri comunali della minoranza. Ma la protesta di Villaggio primo maggio contro l’arrivo dei Sinti di via Islanda, messa nero su bianco la scorsa settimana con un comunicato, porta la firma anche di molti iscritti del Pd, tra cui ex consiglieri di quartiere. A testimonianza del fatto che, sulla questione dei nomadi, ci sono parecchi mal di pancia anche nella maggioranza. E non solo nelle fila del Pd: anche alcuni consiglieri di Patto civico hanno più di un dubbio sulle aree che sono state finora individuate per le famiglie, in particolare quella di Torre Pedrera. Il Resto del Carlino